Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – Dopo la sconfitta contro il Torino all’andata, Spalletti disse alla squadra: «Dobbiamo rivedere i fondamentali della fase difensiva generale». Fino a quella partita, vinta dai granata per 3-1 (ma il passivo poteva essere molto più pesante), la difesa giallorossa aveva incassato sei gol dopo otto giornate. Dopo Torino, Szczesny è stato battuto solo tredici volte in diciotto partite. Sono cambiate tante cose da allora, a parte il confronto serrato tra tecnico e giocatori. Spalletti ha insistito molto sull’addestramento tattico per la fase difensiva, spesso affidato a Daniele Baldini, il suo collaboratore che lavora sul reparto, a volte spostandosi su un altro campo per le esercitazioni specifiche. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
A TRE – Molto è cambiato anche con il passaggio alla difesa a tre, che comporta un modo diverso di giocare, ma anche di stare in campo di tutta la squadra. Quando funziona la fase difensiva generale funziona anche la linea, che accetta l’uno contro uno con l’avversario. Con il nuovo assetto tattico la Roma ha i due terzini di spinta più alti nell’impostazione, ma è cambiata l’aggressività generale della squadra. In poche parole i giallorossi giocano più vicini all’altra squadra e in questo modo concedono poco tempo e poco spazio. In questo modo gli avversari sono costretti ad attaccare con palloni lunghi, non riuscendo ad arrivare nell’area della Roma con il fraseggio. Ora la Roma non corre più verso la propria porta, ma verso la porta avversaria. Nella crescita della difesa ha inciso molto Fazio, non solo per il suo rendimento, ma per come sa comunicare con i compagni. E ora che tutta la squadra gira i difensori accettano il confronto diretto, quando bisogna sbrigarsela da soli, oltre al contributo di tutta la squadra nel proteggere la retroguardia. Perché sono gli attaccanti i primi a fare pressing quando gli avversari hanno il pallone. La fase difensiva comincia con Dzeko, come ha dimostrato il terzo gol con la Fiorentina: il bosniaco ha intercettato il pallone nella metà campo giallorossa, servendolo a De Rossi, che ha fatto scattare il contropiede. Pressione e pressing che determinano la riconquista del pallone. C’è un lavoro generale di squadra che è cambiato rispetto all’inizio della stagione. Poi la difesa ha migliorato certi movimenti. Per esempio l’attacco sull’esterno, o il controllo delle traiettorie e il modo di occupare gli spazi. Spalletti sta lavorando molto negli ultimi tempi per sfruttare meglio le palle inattive nell’area avversaria con i difensori. La squadra ha un potenziale enorme che finora ha portato solo due gol. Negli addestramenti diventa importante anche la capacità di calciare le punizioni. Da quando si è infortunato Florenzi si cambia spesso. A Crotone non c’era neanche De Rossi (entrato nel finale) e le punizioni sono state affidate a Paredes, che non sempre è stato preciso nell’esecuzione.
DIFESA ALTA – Un altro aspetto da non sottovalutare è la posizione della difesa. Negli ultimi mesi è molto più alta e non dipende solo dal fatto che si gioca a tre. E’ una scelta determinata dall’atteggiamento più aggressivo e dai due laterali difensivi molto alti. E’ proprio l’impostazione diversa della squadra, anche i centrocampisti giocano più a ridosso della linea opposta. Rüdiger spesso va a prendere l’avversario molto alto, fino alla sua metà campo. I difensori si sentono più sicuri perché i compagni che sono davanti vanno ad aggredire gli avversari che giocano tra le linee. La Roma oggi manovra più lontana dalla propria porta e fa entrare poco gli avversari nella sua area, costringendoli a cercare la conclusione dalla distanza. L’atteggiamento generale è cambiato. C’è più coraggio, la ricerca del baricentro più alto, più voglia di riconquistare la palla. Szczesny ha dimostrato il suo valore anche adesso che viene impegnato molto meno rispetto a prima. Con la linea difensiva molto alta si vedono pochi retropassaggi al portiere. Per tutti questi motivi oggi Spalletti ha la seconda miglior difesa del campionato.