Attacca ma si sbilancia. Ecco come gioca il Porto

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La Gazzetta Dello Sport (A.Morais) – Che Porto troverà la Roma tra due giorni, nella sfida più importante della stagione? Lo schema è sempre lo stesso, il 4-­3-­3, quello delle stagioni precedenti, anche con l’arrivo sulla panchina portoghese di Nuno Espírito Santo. Ma vediamo come funziona un po’ tutto il resto.

DIFESA E TRANSIZIONE – La difesa è costruita su Casillas in porta ed ha due nuovi giocatori: Alex Telles (ex Inter) a sinistra che ha superato la concorrenza di Layún (il messicano è stato uno dei migliori lo scorso anno) e Felipe, un centrale brasiliano ex Corinthians. A completare il reparto (il peggiore della squadra) Maxi Pereira e Marcano. A centrocampo, invece, Danilo è il mediano, poi ci sono Herrera e André André. In attacco Nuno gioca solo con un attaccante, André Silva, e due giocatori (Corona e Ottavio) eclettici. Rispetto al passato è comunque un Porto che tiene meno palla e cerca più transizioni rapide: con 3­4 passaggi va in fondo, con il rischio però di allungare il campo ed esporre la difesa a dei pericoli. I due difensori centrali sono lenti e i laterali si alzano troppo, offrendo ancora più spazio agli avversari. Il punto di forza, invece, è il centrocampo, completo ed equilibrato.

LE STELLINE – Lo scorso anno i giocatori più utilizzati furono Brahimi e Aboubakar, che però oggi non rientrano nei piani del tecnico (il Porto sta provando a venderli, loro puntano i piedi). Al loro posto André Silva e Corona, un messicano molto tecnico, che la scorsa stagione ha fatto 8 gol. Poi c’è Otavio, un centrocampista offensivo in prestito dal Guimaraes che nel precampionato si è messo in mostra con 5 gol. Il diamante è però André Silva, 20 anni, che arriva dal Porto B e che in questo avvio ha segnato 9 gol in 9 partite, diventando l’idolo dei tifosi e entrando nelle mire della nazionale campione d’Europa. In quella squadra l’unico giocatore del Porto è Danilo Pereira, colui che ha dato equilibrio al Portogallo. Ma il centrocampo è comandato da Herrera, un messicano che brilla già dalla scorsa stagione e che il Napoli ha inseguito a lungo (rifiutati 20 milioni). L’alternativa è Ruben Neves, 19 anni, lo scorso anno il più giovane capitano di sempre del club (sfida di Champions con il Maccabi).

LO STADIO – Infine, i tifosi. Al Dragão ci sarà il gran pienone, visto che ad agosto tornano a casa molti portoghesi che vivono in Francia, Svizzera e Germania. Ci sono da vendere ancora 20mila biglietti, ma le previsioni sono di 45mila spettatori, molto vicini al tutto esaurito. Lo stadio è un punto di forza, il più caldo in Portogallo. Tanto che in Champions il Porto ha superato Chelsea, Manchester United, Liverpool, PSG e Bayern Monaco.

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