La Gazzetta dello Sport (F.M.Ricci) – «In Liga siamo messi molto bene». Diego Simeone si sforza di vedere mezzo pieno un bicchiere con un dito d’acqua, e la straordinaria stampa che segue l’Atletico, con un cuore grande così, non fa nulla per contraddirlo. Ascoltando il condottiero «colchonero» ci è parso di aver visto un altro derby, sabato sera al Wanda Metropolitano. Per il «Cholo» i suoi hanno fatto una prima mezz’ora brillantissima, e alla fine hanno avuto sfortuna perché la palla non è voluta entrare.
FOTOGRAFIA PARZIALE – Nessuna menzione nelle parole dell’allenatore dell’Atletico riguardo ai 7 pareggi nelle ultime 9 gare, né dei 10 punti che separano l’Atletico dal Barça in classifica, né per la costante pressione sofferta contro il Real o per l’incredibile numero di palloni sparacchiati dalla difesa verso l’attacco con appiccicati sul cuoio messaggi di speranza tipo quelli che inviano a casa i militari dal fronte. Per Simeone va bene così, è il suo modo di tenere unita una truppa sfilacciata, col morale a terra e in alcuni elementi vicina alla diserzione. Antoine Griezmann flirta con chiunque gli faccia un sorriso, Simeone fa quadrato: «Io amo la mia famiglia e finché qualcuno è parte della mia famiglia non mi sentirete mai parlar male di lui. Mai. Finché uno sta con noi è uno di noi. Rimproveri a famigliari che si comportano male? Se ci sono restano all’interno della famiglia».
GRIZZY IN CRISI – Il «Cholo» paternalista può anche essere convincente, ma è certo che Griezmann è in uno stato di forma pietoso: 718 minuti senza un gol, il rigore trasformato nella sconfitta col Chelsea il 27 settembre, quasi due mesi fa. Ma forse più del digiuno preoccupa la faccia, l’attitudine, il body language del francesino che a lungo ha tenuto alte le tavole del «Cholismo». Griezmann corre e corre senza incidere, pare svuotato, triste, consumato. L’Atletico è un attimo più guerriero, però senza esagerare. La Liga, nonostante quel che dice Simeone, è andata, la Champions quasi: i ragazzi del «Cholo» devono battere la Roma e vincere a Stamford Bridge. E lo sforzo titanico sarà inutile se il Qarabag non farà almeno un punto contro la Roma o il Chelsea. Che poi all’Atletico, in gennaio rinforzato dagli arrivi di Diego Costa e Vitolo, magari vada bene cavalcare l’Europa League può essere, però al momento la situazione è grigia.
CASA OSTILE – E la Roma ha il dovere di approfittarne. Anche perché al Wanda Metropolitano l’Atletico ha vinto le prime due, poi sconfitta col Chelsea e 4 pareggi. Un bell’impianto, si, che però non è ancora una casa per i «colchoneros», affettivamente orfani del Calderon.