Corriere dello Sport (R.Maida) – Due, anche tre ore di esercizi al giorno. E una scelta singolare quanto apprezzata: lezioni di italiano su Skype in diretta dal ritiro della nazionale turca, giusto per non perdere allenamento. Perché per padroneggiare una lingua non bisogna mai smettere di parlarla. Cengiz Ünder l’ha recepito da subito e, non conoscendo neppure l’inglese, si è messo a lavorare con la stessa intensità che ha trasferito sui campi di allenamento per capire e farsi capire. Che si trovi a Roma oppure a Istanbul.
PROGRESSI – Alla vigilia del debutto personale in Champions League, sperando che Di Francesco lo chiami in causa contro l’Atletico, Ünder ha raggiunto già il primo obiettivo: imparare le parole del gergo calcistico («Scappa», «Scarica», «Dentro») che gli servono per comunicare con l’allenatore e con i compagni. E anche fuori da Trigoria, dove comunque viene aiutato da un interprete, ha superato la fase basica del linguaggio dei gesti: se ha bisogno di chiedere un caffè o un dentifricio, insomma, si è organizzato, seguendo il metodo delle lingue per adulti, che non parte dalla grammatica ma dalle “situazioni”: al bar, al supermercato, in farmacia. Lucescu gli ha concesso 90 minuti contro l’Ucraina nei quali ha un po’ deluso (Turchia battuta 2-0) ma il suo percorso è avviato: a vent’anni Ünder è già un progetto di grande calciatore, che deve sfruttare in pochi minuti le occasioni per cambiare il volto delle partite. Contro l’Inter ci è riuscito in parte. Molto meglio era andato in estate, nelle amichevoli contro Tottenham e Juventus, meritandosi la definizione di «arma letale» dal suo allenatore. La prova della Champions può essere decisiva per orientarne il destino a breve termine: lì tanto si parla la lingua internazionale del pallone.