Senza una legge ad hoc è impossibile fare il nuovo stadio della Roma in tempi brevi. Il segreto di Pulcinella è stato finalmente svelato ieri da Paolo Fiorentino, vicedirettore generale di Unicredit, azionista della società giallorossa: “In assenza di una legge sugli stadi sarebbe complicato dal punto di vista del finanziamento e della sostenibilità, quindi meglio non fare valutazioni in mancanza di una normativa chiara. Le Olimpiadi del 2024 a Roma? Se ci fosse una legge sugli stadi vedremo, ma al momento non ce ne sono”.
Luca Parnasi invece, nei mesi scorsi, aveva detto più volte: “L’ideale sarebbe aprire i cantieri nel 2014 e inaugurare il nuovo stadio nel 2016”. E’ utopia. Parnasi, leader del gruppo Parsitalia, nel giugno scorso ha acquistato per 42 milioni l’area di Tor di Valle, dove vuole costruire il nuovo stadio giallorosso. Quell’operazione peraltro non è ancora al sicuro perché la società che ha venduto, la Sais di Gaetano Papalia, nel frattempo ha chiesto un concordato preventivo (per evitare il fallimento) che verrà valutato in tribunale l’8 ottobre. Se il concordato non venisse concesso, la Sais fallirebbe e la vendita sarebbe annullata.
Ma le ombre sulla futura casa giallorossa non finiscono qui: il progetto dello stadio, curato dall’architetto Dan Meis, doveva essere presentato a luglio, ma ancora non si è visto nulla. C’è poi il problema del cambio di destinazione d’uso dell’Area di Tor di Valle che attualmente permette di costruire per 14 mila metri cubi contro l’almeno un milione di metri cubi necessari per un stadio da 45 mila posti. Con un iter normale, e senza legge sugli stadi, servirebbero una decina d’anni per ottenere i permessi necessari, se tutto andasse bene. L’esempio, d’altronde, è sotto gli occhi di tutti: lo splendido Juventus Stadium di Torino è stato inaugurato nel 2011. Il primo progetto per quell’impianto era presentato dalla Juve nel 1998, tredici anni prima… E qui a Roma siamo più indietro: lo stadio deve ancora essere presentato.
romapost.it – A. Stabile