La villa era sfitta da poco, vedendola se ne è innamorato. Non poteva immaginare l’allenatore francese della Roma Rudi Garcia che l’abitazione che ha scelto come nido della sua avventura romana fosse stato, solo due mesi prima, il teatro del blitz della polizia italiana per prelevare e poi rimpatriare Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, nella notte tra il 28 e il 29 maggio scorso.
Una storia inquietante che ha fatto scricchiolare il governo italiano nelle prime settimane d’estate, ma di cui ovviamente non era a conoscenza il tecnico transalpino.
La villa, una struttura immersa nel verde su via di Casal Palocco, è stata offerta a Garcia alla fine di luglio, quando l’allenatore aveva deciso di trovare un appartamento in una zona residenziale ma non troppo esposta e vicina ai campi da gioco. I contratti d’affitto sono stati formati prima della partenza per la tournée negli States, a viverci l’allenatore è andato poco prima di Ferragosto. Non prima di aver rinfrescato gli ambienti con qualche lavoro di pittura affidato a persone di fiducia, per rendere più accogliente quella casa apparsa ai suoi occhi tanto spoglia. In fondo, quegli stessi muri solo poche settimane prima assistevano al ratto in piena notte della Shalabayeva e di sua figlia Alua: certamente lo scandalo istituzionale dell’estate, che ha raggiunto in fretta eco internazionale.
Non poteva immaginare di certo, l’allenatore, che la casa presa d’assalto in quella notte di paura da cinquanta poliziotti fosse la stessa in cui oggi si trova a vivere, e in cui solo pochi giorni fa ha anche ospitato le proprie figlie, in occasione di una visita romana del suo nucleo familiare: uno come lui, maniaco della discrezione al punto da pretendere anche a Trigoria serrande abbassate durante l’allenamento per evitare sguardi indesiderati intorno alla sua squadra, probabilmente non l’avrebbe tollerato.
La Repubblica