Zdenek Zeman pensava che, nel suo sistema di gioco, Pjanic e Totti fossero incompatibili; Rudi Garcia ha optato per la rivoluzione copernicana, rendendo Mire il compagno ideale di Francesco e il suo naturale sostituto. Ecco che la Roma ha cominciato a volare grazie (anche) alle prestazioni di questi due. Adesso il numero 10 è fuori, l’altro si è preso la squadra sulle spalle. A Torino ha fatto il trequartista, l’esterno d’attacco, l’intermedio di centrocampo. Contro il Sassuolo gli toccherà più o meno interpretare i vari ruoli. Un regista a tutto campo. E I numeri sono con lui.
NUMERI DA STAR
Miralem finora ha collezionato 926 minuti in 11 gare, tutte da titolare, con sei sostituzioni subite: tre gol segnati, uno contro il Verona, due contro il Napoli, e quattro assist vincenti. Il dato che più colpisce è legato alla percentuale dei passaggi riusciti, addirittura 89,1%, una specie di prodigio, se si considera che Mire è uno che non si accontenta del passaggio facile (il primato appartiene a Bradley, 96%, ecco lui magari lo cerca di più). Pjanic, di sicuro, si esprime al meglio nella fase offensiva, lì lo sta provando in questi giorni Garcia, dietro gli attaccanti. Del resto, tira verso lo specchio più di qualsiasi altro compagno, perfino più di Totti: 2,3 conclusioni medie a partita al confronto delle due del capitano. Non basta. Miralem lavora anche generosamente per la squadra: i 697 passaggi totali effettuati, secondo dietro De Rossi (776), lo dimostrano al pari dei 30 passaggi chiave offerti fino ad oggi. I lanci lunghi (3,5 quelli riusciti ogni gara) e i cross (9 su 29 quelli totali arrivati a destinazione) completano il quadro legato alla fase della costruzione della manovra. D’altra parte, un giocatore capace di saltare l’avversario è una fortuna per ogni allenatore e i 2,1 dribbling medi a partita, 23 complessivi in 11 turni di campionato, rappresentano un dato certo di rilievo. Pjanic, fra l’altro, si lascia superare raramente (16 dribbling subiti in 926’) e non difetta chiaramente nella tecnica, solo 1,8 palloni persi ogni 90’. Quanto alla fase difensiva, il centrocampista brilla comunque. Recupera, ad esempio, 9,1 palloni a partita, e compie 1,5 intercetti e 2,3 tackle ogni 90. Al contrario, vince soltanto un duello aereo ogni due gare, è vero, ma il colpo di testa, si sa, non è il suo forte. Fa e subisce, infine, 1,3 falli a gara, tre ammonizioni, nessuna espulsione, e gli capita, se pure di rado, anche di liberare la propria area (0,5 volte a gara) e di bloccare i tiri avversari (0,1).
SPERANZE E CONTRATTO
«È un momento fantastico, da sogno – ha detto Mire a Sky – Dopo Torino ci si è dimenticati in fretta dei 31 punti su 33. Lotteremo per i primi tre posti. Garcia ha dato fiducia a tutti e molti giocatori rendono di più. Speriamo in un pari tra Juve e Napoli, vogliamo allungare». Ma c’è una spina in Pjanic, il contratto, scadenza 2015. Il rinnovo è in forno, ma è a cottura lenta. «Qui sto bene e la società sa il mio pensiero». Il problema sono sempre i soldi e Pjanic ne vale. E tante square lo vogliono. Guadagnare un posto in Champions aiuterebbe tutti.
Il Messaggero – A. Angeloni