Il Messaggero (A.Angeloni) – Partiamo da una buona notizia: contro il Milan tornerà in panchina José Mourinho. Se è vero che una squadra debba saper giocare a calcio anche senza la sua guida in campo, è vero anche che uno come lo Special è meglio averlo vicino che al telefono. L’altra buona notizia: con Romelu Lukaku, qualche problema di squadra verrà risolto o, quantomeno, mascherato

Perché la Roma di problemi, al momento, ne ha e non è un caso che abbia ottenuto solo un punto in due partite, segnando tre gol e subendone quattro, due dalla Salernitana e due dal Verona, squadre che, almeno sulla carta, lotteranno per non retrocedere. Mourinho ha lavorato  per tutta l’estate sul 3-5-2, pensando a una squadra più offensiva, più “alta”, più capace di tenere palla e il possesso del gioco. E in fase offensiva, i numeri sono confortanti, per tiri in porta effettuati e palle gol create. Il problema è dietro, in difesa, un reparto che ha sempre dato garanzie in questi anni. Ora Mou si ritrova una rosa composta da tante mezze ali-trequartisti (Pellegrini, Sanches, Aouar, più Bove) e senza un mediano capace di schermare la difesa, c’è il solo Cristante, riproposto come mezz’ala: Paredes è un regista, non è Matic, ha qualità diverse, gioca un calcio verticale ma ancora lento. E la difesa, che deve pensare anche a costruire il gioco (la famosa costruzione dal basso), non ha un vero e proprio regista difensivo.

Il centrocampo non protegge la difesa e la difesa non protegge il portiere, e qui siamo all’altro problema. Rui Patricio, che ha il contratto in scadenza il prossimo giugno, non vive un grande momento di forma, contro il Verona da un suo errore è arrivato il gol di Duda e per tanti non è stato esente da colpe nemmeno con la Salernitana. Mou, che lo ha voluto, non ha intenzione di mollarlo in questo momento, anche perché chi c’è dietro, Svilar, non gli dà maggiori certezze. Ma non è escluso che davanti ad altre prestazioni negative, il secondo portiere potrà scalare posizioni o, nell’immediato, avanza l’ipotesi di un arrivo last minute, Hugo Lloris. Di sicuro, la Roma dovrà cominciare a cercare un altro portiere per il futuro.

Tornando al 3-5-2. Gli esterni a disposizione non garantiscono la doppia fase, sia per una condizione di forma sia per caratteristiche, non sono efficaci nell’uno contro uno e non danno profondità. Inoltre, faticano in fase difensiva. In più Zalewski, che sa giocare su tutte e due le fasce, è uscito malconcio dal Bentegodi e per il Milan aumenta il problema. Spinazzola non è più lui (anche con contratto in scadenza), Celik non pervenuto e Karsdorp ha vissuto un’estate con la valigia in mano.

Kristensen? Durante il ritiro se non altro aveva mostrato una certa disciplina tattica, in queste due partite è sembrato un oggetto misterioso. Giocare a quattro, forse, non sarà la soluzione di tutti i problemi ma potrebbe aiutare. E Mou, la difesa a quattro, la conosce bene, l’ha sempre fatta e ogni tanto torna a a riproporla. I gol presi oltre che dall’assetto sono dipesi anche da errori individuali, vedi Smalling, non in grandissima forma. Come detto, senza schermo difensivo, l’inglese (e non solo) viene preso d’assalto e va in difficoltà, è successo con Candreva e l’altro ieri con Ngonge.

Manca un calciatore con la velocità di Ibañez, possibilmente senza le sue amnesie. Ndicka è solo all’inizio e fino a ora non si è mai visto. Poi c’è la questione attaccante e stavolta non riguarda Belotti, che oltre ai gol alla Salernitana, ha disputato una buona prestazione anche a Verona. Il problema sono le fragilità di Dybala. Ed ecco che si torna a Lukaku. Il suo arrivo metterebbe sicurezza a tutto il reparto. Ci vorrà tempo, perché Romelu non è pronto per l’uso.