Gli americani, in fondo, vanno capiti. Per esempio, in una recente puntata de «I Simpson », ripresa ieri da i nostri tg, come pietra di paragone della corruzione si prendeva «il parlamento italiano». Insomma, la nostra immagine all’estero in questo momento non è altissima. Per fortuna la Roma è un’isola felice, ma James Pallotta attraverso Mark Pannes ha preso il controllo di alcuni centri nevralgici della As Roma e della Soccer Sas attraverso Legends, Qcue, Fermata Partners e altri advisor «amici» dello spigoloso Pannes. Qualcuno a Trigoria, infatti, a volte sorride a denti stretti: ognuno di noi ha un commissario che ci sovrintende. In realtà, però, i ben informati raccontano come, con Mauro Baldissoni nuovo d.g., la pressione dagli Usa si sia un po’ allentata per la fiducia che si nutre in lui.
Uomini Concacaf Il braccio americano a Trigoria, comunque, è il global ceo Italo Zanzi, che dalla Fifa raccontano «in carriera». Come? Zanzi è stato fino al 2011 segretario generale della Concacaf, cioè l’unione delle federazioni nord e centroemericane. Se quelli sono stati anni bui perché coincisi anche con le accuse di corruzione a JackWarner, l’ex presidente costretto alle dimissioni, Zanzi comunque sembra abbia mantenuto buoni rapporti con la Concacaf, tant’è che qualora nel maggio 2015 l’attuale presidente Jeffery Webb riuscisse a ereditare il trono di Blatter alla Fifa Zanzi potrebbe seguirlo. Ovvio che sia ancora presto per designarne l’erede ma Manuel Zubiria da poco alla Roma sembra essere un nome destinato a correre. Segni particolari in comune, oltre alla provenienza Usa? Avere avuto un ruolo dirigenziale alla Concacaf. La vita, a volte, è piena di coincidenze.
Gazzetta dello Sport – M. Cecchini