Gazzetta dello Sport – La Roma tra scenari cinesi e stipendi a stelle e strisce

La trattativa con i cinesi esiste, seppure ancora agli inizi, e oltretutto non è l’unica. UniCredit, alla vigilia di una ricapitalizzazione senza precedenti, apre all’ingresso di nuovi azionisti — con la prospettiva di rimpiazzare il 7,5% dei libici — e offre anche una quota della Roma. I contatti col Cic China Investment Corporation sono avviati da tempo. Ai cinesi la banca vorrebbe cedere metà della sua quota 20% o, nella peggiore delle ipotesi, consentirne l’ingresso come azionisti di minoranza attraverso l’aumento di capitale. La trattiva è avviata, i cinesi stanno studiando il dossier. E non sono gli unici cui UniCredit si è rivolta per allargare il capitale della Roma. Da mesi la banca mantiene i contatti con i soci italiani ricomincia a circolare il nome dell’imprenditore farmaceutico Francesco Angelini e qualche giorno fa ha sondato il terreno pure con il fondo sovrano del Qatar Qia.

Cda sì o no? Di questi sviluppi UniCredit ha messo al corrente i soci americani, che ora ne devono discutere tra loro. Ieri, in particolare, ci sarebbe stato un contatto chiarificatore tra i dirigenti della banca e i rappresentanti di Thomas DiBenedetto e James Pallotta. Oggi era in programma un nuovo Cda a Trigoria, ma fino a ieri sera non era stato ancora convocato. All’ordine del giorno, l’aumento di capitale, i contratti di Fenucci e Baldini e lo stipendio da un milione di euro per DiBenedetto, argomento che ha provocato qualche frizione anche all’interno del club. Il presidente è appena tornato nella capitale ieri era all’Olimpico al fianco di Lotito, atteso da un paio di incontri istituzionali con Renata Polverini e Nicola Zingaretti. Ma è Pallotta che si sta ritagliando il ruolo di socio forte della cordata americana, del resto è quello che finora ha investito più risorse di tutti. Sono i suoi manager i veri protagonisti della rivoluzione americana. Ieri uno di loro, Mark Pannes, ha gettato le basi per l’ennesimo accordo con una multinazionale dell’informatica, la Deltratre. Insomma, roba seria. Nulla a che vedere con il tentativo che due anni fa portò sotto i riflettori Vinicio Fioranelli. Per quello «scherzo» ieri l’agente Fifa ha patteggiato un anno e otto mesi di reclusione. Era accusato di aggiotaggio, associazione a delinquere e ricettazione. Robetta.
Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano

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