Arbitraggio e rosa corta: gli alibi di Mourinho

La Repubblica (F. Ferrazza) – Non è la stagione per i nostri obiettivi. Non siamo da quarto posto ma lotteremo per arrivarci“. Arbitri e rosa non competitiva. Il disco di José Mourinho è incastrato da settimane sulle stesse note che decide di ripetere anche dopo la sconfitta della sua Roma a Venezia (3-2).

Dando la sensazione questa volta di andare in completa confusione anche nelle dichiarazioni. “Non penso che la rosa della Roma sia meglio di quella dell’anno scorso – spiega il portoghese – il nostro è stato un mercato reattivo, non di rinforzi, abbiamo perso giocatori d’esperienza. Bruno Peres e Juan Jesus sarebbero stati utili, in panchina come terzini c’erano solo Reynolds e un Primavera…».

E fa strano sentire il tecnico giallorosso rimpiangere Juan Jesus, andato via dalla capitale svincolato, con il contratto scaduto a fine giugno, così come Bruno Peres, quando lo Special One era già allenatore della Roma. Anche perché a Trigoria c’è Fazio, fuori rosa e mai preso in considerazione.

Dire che il 4° posto è il nostro obiettivo non significa che siamo da 4° posto – precisa Mou – io non ho mai detto che siamo una squadra da 4° posto, ma dirò fino all’ultima partita che il 4° posto è l’obiettivo per cui lottare. I due terzini oggi in panchina erano Reynolds, che ha fatto 2/3 partite in Serie A, e Tripi che è della Primavera. Il portiere è stata una scelta iniziale, il terzino sinistro è stato reattivo, così come Tammy (Abraham, ndr). Gli altri giocatori sono dello scorso anno. Ho un contratto di 3 anni questa può essere una stagione di dolore ma sarà molto importante per capire qualcosa che non ho capito prima di arrivare. Ora capisco di più rispetto a 2-3 mesi fa”.

La Roma ha cinque punti in meno rispetto a un anno fa, da sosta a sosta, ha infilato solamente una vittoria nelle ultime sette gare (tra campionato e Conference), quella a Cagliari. Numeri appesantiti da un’altra decisione arbitrale che fa infuriare Mourinho: il contatto tra Cristante e Caldara non sembra proprio giustificare l’assegnazione del rigore al Venezia. “Preferisco non parlarne – è polemico Mou – le regole sono fatte per chi capisce poco di calcio, per chi non ha giocato o allenato. Quando gli episodi si accumulano, settimana su settimana, e paragoni le situazioni simili, pensi che è meglio stare zitto. Mi sono chiesto il perché e ho risposto ma non posso parlare”.

 

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