Corriere dello Sport (C. Zucchelli) – Bravo è bravo, ma non serviva certo la prima amichevole contro la Boreale per dimostrarlo. Houssem Aouar, però, al termine del debutto stagionale a Trigoria ha messo in mostra anche molto altro. Furbizia, tiro, capacità di saltare l’uomo e anche la giusta dose di personalità. Perché è vero che si è definito umile, ma ha anche aggiunto che lui è alla Roma “per giocare”. Da Dybala a Pellegrini la concorrenza è forte nella posizione di trequartista avanzato, in mezzo al campo con Matic, Cristante e Bove non sono pochi, ma la sensazione è che l’algerino abbia tutte le carte in regola per dire la sua.
Intanto si è presentato con un bel gol: tiro dal limite al termine di uno scambio con Belotti, tecnica, corsa e precisione. Ieri a Trigoria è sembrato più a suo agio nel 4-3-3 ma lui non si scompone: “Per me non cambia niente, ho giocato centrocampista più o meno avanzato, posso essere impiegato nel 4-3-3 o 3-5-2, non conta”. Conta, invece, il rapporto che è pronto a costruire con Mourinho: “Vuole lavorare molto, vuole che giochiamo bene ma ci ha detto solo che dobbiamo correre”. Tutto questo Aouar lo dice in italiano perché, racconta, quando ha saputo che avrebbe firmato per la Roma ha preso un professore privato per imparare la lingua.
Improvvisamente il tempo sembra tornare indietro: i nuovi arrivi, anni fa, dicevano che il loro sogno era giocare con Francesco, i ragazzi di oggi dicono di ispirarsi a lui. E quando queste parole arrivano dall’interno di Trigoria fa sempre un certo effetto. Aouar lo sa e spera, prima o poi, di incontrare proprio Totti a Roma. Avrà tempo, adesso la priorità è conquistarsi spazio in squadra: “Posso aiutare la squadra in fase realizzativa, ma non è il mio primo compito. Si, posso segnare, ma la priorità è dare una mano ai compagni”. Segnando gol come quello di ieri sarà certamente più facile.