Corriere dello Sport (R. Maida) – Mai così dominante, efficace, preciso. José Angel Tasende, in arte Angeliño, è diventato uno degli alfieri della Roma di Ranieri. Riportato nel ruolo naturale, che rivendicava già all’inizio della stagione quando De Rossi lo utilizzava per necessità come centrale difensivo, ha dimostrato tutte le sue qualità offensive.
Contro l’Eintracht ha vissuto la sua notte più felice, segnando il primo gol un anno dopo essere sbarcato a Roma dal Galatasaray. Curiosamente l’evento è coinciso con la cinquantesima presenza, che ha raggiunto più in fretta del previsto: ingaggiato nel gennaio 2024 in prestito con il compito di dare il cambio a Spinazzola, è stato promosso titolare fisso dopo l’estate quando Ghisolfi lo ha riscattato dal Lipsia per 5 milioni.
Angeliño è uno di quegli uomini che non faticano ad adattarsi alle nuove situazioni. Del resto, prima di giocare nella Roma, aveva frequentato sei campionati diversi pur essendo relativamente giovane (è nato nel 1997): Inghilterra (Manchester City), Stati Uniti (New York), Spagna (Maiorca), Olanda (Nac e Psv), Germania (Lipsia e Hoffenheim) e Turchia (Galatasaray). E’ un giramondo che si lascia tentare dalle nuove esperienze. Ma a Roma ha deciso di fermarsi con la famiglia, tanto è vero che in estate ha spinto molto attraverso il mediatore Beppe Bozzo per restare.
E’ uno dei migliori successi tattici di Ranieri: bastava piazzarlo nella posizione giusta.
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