La Repubblica (S. Scotti) – Una piccola crisi, una grande paura, ma una immensa capacità di reagire. Ci sono qualità che regalano serate così e migliorano le stagioni (delle squadre). Quella della Roma è stata accettare il momento difficile, essere subito capace di ripartire e di crederci fino alla fine. Di ottenere quello che voleva. Senza complessi di inferiorita, senza crolli emotivi. Sapeva che c’era il tempo e che c’erano i minuti di recupero. E il 2-1 di Shomurodov è stato l’ultima cosa vista prima del fischio finale. Ha avuto la capacità di crederci per 90 minuti e oltre.

Dal gol dell’Athletic Bilbao con Iñaki Williams, di testa su calcio d’angolo, al 5′ del secondo tempo, che aveva spaventato il pubblico, al pareggio di Angeliño sono passati appena 6 minuti. E non senza emozioni. Perché la Roma ha cercato subito l’1-1 e il pari è arrivato con lo spagnolo, non prima di aver sprecato con Baldanzi e Pisilli. Lo ha fatto spesso, crea e distrugge: lo aveva fatto con Dovbyk scivolato davanti al portiere avversario, Agirrezabala, nel primo tempo, e con la traversa di Dybala. Ma ha gestito la partita in modo impeccabile: ha controllato il primo tempo lasciando il possesso palla ai baschi per inibire la loro specialità, le ripartenze a campo aperto.

Ha alzato il baricentro per cercare il pareggio, ha controllato fino ai minuti di recupero. Ranieri ha vinto cambiando tutto il blocco offensivo, aggredendo la partita con le forze fresche. E Shomurodov al 93′ gli ha regalato il 2-1. L’Olimpico, che ha avuto un ritorno di fiamma per la squadra, con migliaia di bandiere tutte uguali in curva, con striscioni e cori per tutta la partita, è stato ripagato.