Corriere dello Sport (S. Chioffi) – Angeliño è stato sempre considerato un “niño maravilla”. È nato a Silván, frazione di Coristanco, distante cinque chilometri dal villaggio sportivo Luis Calvo Sanz, nome di una multinazionale del settore alimentare (tonno e salmone in scatola). È un piccolo comune di settemila abitanti. Ha due attrazioni: l’antico ponte Lubians e la Torre Nogueira.
Nel 2012, a quindici anni, il nuovo terzino della Roma era stato scoperto da Txiki Begiristain, direttore sportivo del Manchester City: il manager, cresciuto a Barcellona con il culto della Masia, lavorava all’epoca con Roberto Mancini e lo aveva scelto per rinforzare la squadra Under 18, allenata da Jason Wilcox e Adam Sadler.
Mentre il Deportivo La Coruña lo salutava augurandogli “buena suerte”, la notizia del passaggio di Angeliño al club dello sceicco Mansour aveva trovato risalto sui siti di “Marca” e “La Voz de Galicia”. Nel City, a livello giovanile, era entrato presto nelle grazie di Patrick Vieira, che dirigeva la squadra Under 21: il francese lo utilizzava come terzino sinistro nel 4-3-3 oppure da esterno d’attacco nel 4-2-3-1. Faceva parte di quel gruppo anche Seko Fofana, che avrebbe firmato in seguito per l’Udinese e ora gioca in Arabia Saudita nell’Al-Ettifaq.
José Ángel Tasende Angeliño è rimasto legato alla scuola calcio Luis Calvo Sanz, a Carballo, frequentata in passato anche da suo fratello Daniel. Nel City non piaceva solo a Vieira. Si era conquistato la stima del cileno Manuel Pellegrini: dalla convocazione del 26 dicembre 2015, in occasione della gara vinta in Premier per 4-1 sul Sunderland, all’esordio in Coppa d’Inghilterra (30 gennaio 2016) contro l’Aston Villa (4-0), quando Angeliñò entrò all’ultimo minuto al posto di Gaël Clichy.
Velocità, dinamismo, cross, un metro e 71, mancino, ventisette anni compiuti il 4 gennaio, la capacità di lavorare in appoggio ai centrocampisti e alle punte. Una mentalità da ala classica, ma anche un’applicazione costante e specifica per migliorare in fase di marcatura: un lavoro svolto soprattutto durante l’esperienza all’università di Pep Guardiola (12 partite e 3 assist tra coppe e campionato).