E se il futuro allenatore della Roma fosse davvero Aurelio Andreazzoli? Una domanda che si pongono in tanti dopo i recenti risultati della squadra giallorossa. Scelto dopo l’esonero di Zeman, come traghettatore verso la fine del campionato, Andreazzoli ha dimostrato di saperci fare, con 24 punti in 12 partite, la media della Roma è da terzo posto, finale di Coppa Italia raggiunta grazie alla vittoria in semifinale contro l’Inter ma sopratutto il grande merito di aver rimesso insieme i pezzi di una squadra che fino a poco tempo fa era alla deriva. Eppure tutto questo non sembra bastare, nella Capitale il nome di Massimiliano Allegri continua a tenere banco, il toto-allenatore continua, con nomi che si aggiungono alla lista come quello di Mazzarri e addirittura un ritorno di fiamma per Montella, ma lui, Andreazzoli, è l’unico che non si scompone, anzi proprio grazie a quel suo carattere tranquillo molto poco mediatico ci tiene a precisare che: “Gli allenatori sono legati ai risultati, forse anche troppo Sarebbe opportuno fare una valutazione a tutto tondo per le caratteristiche, ma il risultato è predominante – continua il tecnico nella conferenza stampa pre Chievo -. Non mi preoccupo del futuro, ma di fare sempre meglio oggi. E fra i risultati che voglio ottenere, c’è quello di dare continuità a questa squadra. Che comunque sta migliorando, e lo dicono i numeri, gli atteggiamenti e il fatto che il gruppo sta bene insieme e lavora bene. Faccio l’esempio di Goicoechea, che ci ha dato l’opportunità di vincere la partita: i compagni sono stati felicissimi di vedere che ha avuto nuovamente un’occasione. Il mio futuro? Lavoriamo e aspettiamo gli eventi, che sono ancora tanti”. Come per dire, i risultati li ho portati il mio l’ho fatto ora sta alla società valutare. E se i numeri continuano così, Sabatini e Baldini un pensiero di trannerlo a Trigoria saranno obbligati a farlo.
Lorenzo Amadio
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