La Repubblica (M. Pinci) – Ritrovare la Roma e perdere Dybala. No, probabilmente nessuno a Trigoria avrebbe accettato lo scambio. Nemmeno il presidente col broncio Dan Friedkin. Che fosse questo però il prezzo per il 4-1 al Cagliari lo hanno temuto in tanti quando Paulo Dybala è uscito con occhi rossi e passo incerto dopo essere stato centrato dal 19enne Prati. È come se nell’equilibrio infermo della Roma ogni nuova stella si mangiasse quella della stagione precedente. Dybala ha oscurato Abraham un anno fa.
Oggi Lukaku gira e segna come faceva Batistuta nei 2000: altri due gol ieri, 7 nelle 7 partite giocate dall’inizio e il ritorno della pistola che mimava con Lautaro, quasi un appuntamento all’amico tradito in vista del faccia a faccia tra 20 giorni a San Siro, dove lo attendono migliaia di fischietti funesti.
Su Dybala la buona notizia è che i test di ieri sera hanno escluso qualcosa di serio: non è coinvolto il legamento crociato. Averlo scongiurato vale più della vittoria stessa. La speranza è che sia stata solo una distorsione, poco più di una botta. Mourinho deve augurarsi che le ansie durino solo per queste due settimane che lo separano alla ripresa del campionato, perché finora la Roma ha scherzato. Ma dopo la sosta l’attende un altro campionato: il Monza, l’Inter, il Lecce, il derby con la Lazio e due volte lo Slavia Praga, che a Roma evoca fantasmi antichi di ferite europee. Se a Cagliari Mourinho fosse davvero alla prova da dentro o fuori non lo sapremo mai. Di certo sta scoprendo una squadra più pro fonda di quanto immaginasse.