Il Messaggero (G. Lengua) – Anche il Siviglia ha perso 2-1 incassando il ribaltone del Real Madrid con la doppietta di Rodrygo, anche il Siviglia si gioca tutto nella finale di Budapest per dare un senso alla stagione, ha fatto ampio turn over perché il focus è sull’ultimo atto di Europa League.
La differenza, semmai, è nella situazione degli allenatori: Extebarria Mendilibar, sbarcato nel club andaluso a marzo, di fronte al traguardo più prestigioso della carriera, ha il vento alle spalle. José Mourinho, alla sesta finale europea della sua storia, è atteso da un plotone, media compresi, pronto a esaltarsi alla sua caduta. Se vince, sarà il suo capolavoro. Se perde, ci sarà chi brinderà a champagne. E poi ci sono le parole a marcare un’altra sottile differenza. Al silenzio scelto dalla Roma dopo il ko di Firenze, il Siviglia ha risposto con le solite dichiarazioni: “La Coppa tornerà da noi“, lo slogan dei giocatori. Perché dopo aver vinto sei volte l’Europa League, da quelle parti sono convinti che a Budapest arriverà la settima. Mai come stavolta il Siviglia appare però “normale”.