Anche la Uefa apre un’inchiesta. Ecco cosa rischia la Juve

Il Tempo (F. Cicciarelli) – L’inchiesta Prisma arriva in Europa. Mentre a Torino è stata depositata la richiesta di rinvio a giudizio per 13 dei 16 indagati dai pm, a Nyon la Uefa apre a sua volta un’indagine formale sulla Juve per “potenziali violazioni” delle norme sulle licenze Uefa e sul Fair Play Finanziario.

La Prima camera del CFCB, l’Organo di Controllo Finanziario dei Club “si concentrerà sulle presunte violazioni” messe in evidenza dai procedimenti di Consob e Procura di Torino, riservandosi di rescindere l’accordo transattivo sottoscritto con i bianconeri lo scorso 23 agosto riguardante gli esercizi chiusi nel 2018, 2019, 2020, 2021 e 2022, nel caso in cui “la situazione finanziaria del club fosse significativamente diversa” da quella valutata oppure «si venisse a conoscenza di fatti nuovi e sostanziali“.

Il “settlement agreement” per il mancato raggiungimento del requisito di pareggio prevede una multa da 3,5 milioni di euro, a cui si aggiunge una sanzione di ulteriori 19,5 milioni di euro subordinata al rispetto degli accordi al 2022, 2023 e/o 2024. Inoltre, in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, la Juve ha accettato delle limitazioni sulla lista Uefa (decurtazione a 23 giocatori e impossibilità di iscrizione di calciatori alla lista A se non in caso di saldo positivo sulla stessa lista) e l’esclusione dalle competizioni nelle stagioni 2024/25, 2025/26 e 2026/27.

Scenari cupi, che si aggiungono alle possibili sanzioni previste in Italia dall’articolo 31 del Codice di Giustizia Sportiva, multe e penalizzazioni al comma 2 per quanto riguarda il filone plusvalenze (su cui la Corte federale d’Appello ha già prosciolto la Juve, il fascicolo potrebbe essere riaperto solo in caso di nuovi elementi) e al comma 3 per le cosiddette “manovre stipendi” – su cui la procura Figc ha aperto una nuova inchiesta – per gli emolumenti congelati nella primavera del 2020 con l’avvento della pandemia, mentre il doppio aumento di capitale complessivo per 700 milioni allontana le ipotesi di retrocessione o esclusione dal campionato.

Il tema delle plusvalenze e delle transazioni tra club rischia però di adombrare il calcio italiano ben oltre i confini della Continassa, come già accaduto nell’inchiesta della Procura federale che la scorsa primavera aveva coinvolto – fino al proscioglimento – 11 club. Infatti anche il ministro dello Sport Abodi si è accodato ai timori espressi mercoledì dal presidente federale Gravina. “La situazione della Juventus è soltanto la punta estrema e, per certi versi, anche clamorosa, di un fenomeno su cui non possiamo voltarci dall’altra parte» perché “probabilmente la Juventus non è l’unica”.

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