La Repubblica (M. Juric) – Un’altra inglese. Ancora una volta in una semifinale europea. Dopo il Liverpool nel 2018 e il Manchester United nel 2021, tra due settimane la Roma si giocherà l’accesso alla finale di Conference League contro il Leicester. Il territorio, ormai si è capito, è quello dove Mourinho si trova più comodo, tra dialettica e tensione nervosa. Giocare per vincere un trofeo, lì il portoghese offre il meglio di sé. E adesso lo farà contro una squadra inglese, nella sua seconda casa, sfidando i ragazzi di quel Brendan Rodgers allenatore delle giovanili del Chelsea quando il portoghese iniziò ad essere Special One.
Sarà Roma-Leicester, ma anche Rodgers contro Mourinho. L’allievo che sfida il maestro, con il dente avvelenato della Premier League 2014 sfumata all’allenatore nordirlandese proprio per mano del portoghese. Una serie di intrecci e storie che saranno trama del romanzo di avvicinamento alla semifinale. Una doppia sfida alla quale i giallorossi dovranno prestare massima attenzione visto l’ottimo stato di forma con cui ci arriverà il Leicester. Che però non è più la favola targata Ranieri. Di quell’impresa rimangono tre reduci: il capitano Schmeichel, Albrighton e la bandiera Jamie Vardy.
L’attaccante trentacinquenne è infortunato da inizio marzo per un problema al tendine del ginocchio e difficilmente sarà a disposizione tra due settimane. Oggi a Leicester c’è un progetto strutturato e costoso, a immagine e somiglianza del suo allenatore. Illuminato dalla qualità fragile del talento parzialmente inesploso di Maddison. Insieme a lui i vari Ndidi, Tielemans, Fofana, Barnes e Saka. Tre anni di grandi spese sul mercato per assestarsi a “grande” della Premier League.
E le ultime due stagioni avevano riacceso il sogno, dopo i dissesti post vittoria della Premier League. La vittoria storica della FA Cup lo scorso anno e due qualificazioni in Champions League sfumate all’ultimo. Quest’anno la crisi del terzo anno, anche a causa di una serie lunghissima di infortuni a tutti i migliori giocatori. Il campionato del Leicester è stato caratterizzato da sporadici exploit e grandi tonfi, senza mai essere davvero competitiva per l’alta classifica. Nelle coppe l’eliminazione dai gironi di Europa League per mano del Napoli ha regalato il premio di consolazione della Conference, sconosciuta dall’allenatore.
“Non conosco né la competizione, né gli avversari” disse proprio nel tunnel dello Stadio Maradona. “Imparerò presto“. Detto, fatto. In un’escalation di vittorie contro Rangers, Rennes e PSV. Tutto molto simile alla stagione della Roma di Mourinho. Le imperfezioni e gli alti e bassi, ma entrambe in forte ascesa che in questa primavera stanno esprimendo il loro miglior calcio. Sarà una bella sfida. Per regalarsi, entrambe, la finale di Tirana e provare a vincere il primo vero trofeo europeo della propria storia.