Corriere dello Sport (L. Scalia) – Gini Wijnaldum e la Roma sono lontanissimi, al netto delle belle parole che il centrocampista ha fatto recapitare a Mourinho. “La gente non lo conosce. Si dicono tante cose su di lui, ma è stato fantastico con me. Quando avevo bisogno di lui, potevo contarci. Sono un calciatore migliore dopo che mi ha allenato Mourinho“, ha detto il centrocampista durante un’intervista concessa all’Equipe.
Intanto, sponda Roma, è tutto fermo. Tiago Pinto, infatti, non ha intavolato una trattativa con il Psg né per riscattare il cartellino né per valutare l’ipotesi di un eventuale altro giro in prestito. Al momento un suo ritorno a Trigoria è molto difficile se non impossibile.
Anche perché non ha un contratto leggero: Wijnaldum guadagna 7 milioni netti a stagione. Una cifra da top player che la Roma ha sostenuto nei mesi passati con l’aiuto del club francese. “Il mio futuro? Devo incontrare i dirigenti del Psg, ci sono molte cose da chiarire. Non posso dire di aver perso la fiducia, ma ho perso la gioia. Ho bisogno che la gente creda di nuovo nel mio gioco. Sono ancora lo stesso giocatore che ero al Liverpool”, ha aggiunto senza entrare nei dettagli della sua prossima fermata calcistica, forte di un contratto che scadrà nel 2024. Anche se “mi è piaciuto molto giocare a Roma ma adesso non escludo di restare a Parigi se mi vogliono”.
Wijnaldum era sbarcato a Ciampino lo scorso 4 agosto circondando dall’affetto dei tifosi, che si erano precipitati all’aeroporto nonostante i caldo per intonare cori, sventolare bandiere e dare il benvenuto a un giocatore dal curriculum pesantissimo. Venti giorni dopo il crac in allenamento: tibia rotta e addio al rodaggio.”È stata una stagione breve dopo l’infortunio, è durata solo tre mesi e mezzo. Sono tornato a Roma solo a dicembre dopo essere stato in Olanda per la riabilitazione”, ricorda il giocatore. Tutto vero. L’uomo che doveva dare dinamicità al centrocampo della Roma è rimasto fermo ai box, lontano dalle dinamiche dello spogliatoio, dagli schermi di Mou.
Gini ha ripreso confidenza con il campo a metà febbraio, lentamente, ma sempre sostenuto dalla tifoseria. Il feeling però si è spezzato completamente sui titoli di coda, dopo l’atteggiamento svogliato messo in mostra nella finale di Europa League. Sia in campo, sia durante i rigori, quando da alcune immagini è risultato l’unico a non abbracciare i compagni, li riuniti a centrocampo, a trattenere il fiato mentre lbañez, Mancini e Cristante si presentavano sul dischetto di Budapest. Di recente, dopo Olanda-Italia di Nations League, i tifosi giallorossi hanno storto il naso per il gol segnato agli azzurri e la grinta messa in mostra da Wijnaldum. Non per la prestazione in sé, ma perché quella versione di Gini non si è mai vista in giallorosso.
Lo strappo con il popolo dell’Olimpico, comunque è stato evidente e sonoro durante Roma-Spezia, l’ultima partita di campionato. Alla lettura delle formazioni Wjnaldum è stato l’unico giocatore fischiato. Per gli altri solo applausi e boati. La situazione evidentemente è stata registrata anche al piani alti. Wjinaldum-Roma: una cotta estiva che è finita malissimo.