Corriere dello Sport (G. Coluccia) – La prestazione di Diego Lorente può essere l’istantanea che fotografa al meglio la partita della Roma a San Siro. Un uomo in missione con l’obiettivo di tenere alta la testa fino in fondo, dando l’esempio ai compagni anche nei momenti di difficoltà più evidenti per la squadra. Sul gol decisivo di Thuram, però, si è spenta la luce e il muro eretto con pazienza fino a quel momento si è sgretolato quasi fosse di sabbia.

Tolta l’occasione decisiva a nove minuti dal termine, che inevitabilmente pesa come un macigno sull’economia del risultato, il trentenne spagnolo si è disimpegnato con astuzia in un ruolo non suo – quello di vice Smalling – ed era alla seconda da titolare in pochi giorni, dopo aver giocato contro lo Slavia Praga in Europa League pur non essendo a pieno regime e avendo da poco smaltito l’infortunio che l’aveva tenuto fuori dai giochi a inizio mese.

“Nel secondo tempo ha pesato l’aspetto fisico e i due giorni di riposo in più dell’Inter hanno giocato un ruolo importante in questo senso – ha puntualizzato il difensore – Andiamo a casa con molta frustrazione perché avevamo quasi portato a casa il pareggio e avevamo avuto anche l’occasione con Cristante. Si tratta di aspetti che alla fine diventano decisivi in un match molto equilibrato come questo”.