La Repubblica (G. Scarpa) – Il mondo del calcio romano è travolto dall’inchiesta sulle plusvalenze sospette. Nel mirino dei magistrati finiscono Roma e Lazio, con i due club c’è anche la Salernitana. Le sedi delle tre società di Serie A sono state perquisite dalla finanza a caccia di prove che dimostrino come i bilanci siano stati alterati, sovrastimando il valore dei giocatori con un unico obiettivo: fare quadrare i conti. Si tratta di un’inchiesta molto simile a quella che ha riguardato la Juventus a Torino.
Nel registro degli indagati compaiono i numeri uno dei club. Per i biancocelesti (e per i granata, che avevano la stessa proprietà fino a dicembre 2021) Claudio Lotito con il ds Igli Tare. Per i giallorossi Dan Friedkin, attuale presidente con il figlio Ryan e l’ad Pietro Berardi, così come James Pallotta, l’ex proprietario della Roma.
Per quanto riguarda la Roma sono complessivamente 11 le operazioni sospette, 7 invece quelle che interessano il club biancoceleste e la Salernitana. L’indagine sui giallorossi, che vede indagate nove persone più la società. L’indagine mette al centro la compravendita dei calciatori Pellegrini e Spinazzola avvenuta a ridosso del 30 giugno del 2019 prima della chiusura dei bilanci, le cessioni di Marchizza e Frattesi al Sassuolo, di Tumminello all’Atalanta, di Pellegrini alla Juve, di Cetin, Cancellieri e Diaby al Verona. Quanto agli acquisti, oltre a Spinazzola, i nomi sono quelli di Defrel dal Sassuolo, di Cristante dall’Atalanta e di Kumbulla dal Verona. I reati ipotizzati, a vario titolo, vanno dalle false comunicazioni sociali alla dichiarazione fraudolenta mediante falsa fatturazione.
È giurisprudenza consolidata che non si possa determinare il fair value, la corretta valutazione, di un acquisto: dunque, che non si possa punire una società per le plusvalenze. La Juve è stata penalizzata per slealtà sportiva, emersa dalla lettura delle intercettazioni. Ad oggi non è ancora chiaro cosa abbiano in mano le procure di Roma e Tivoli.