Alta tensione in Lega, salta il piano dei 7

Corriere della Sera (M. Colombo) – Si erano lasciati lunedì, al termine di una delle più violente riunioni dell’ultimo periodo con uno scambio di battute esilaranti. Alla flemma sabauda di Andrea Agnelli che, replicando alle invettive dei colleghi per la costituenda Superlega, faceva notare “ma noi vogliamo continuare a giocare in serie A” un presidente pronto replicava “Sì, ma con la Juventus Under 23″.

I presidenti che si confronteranno oggi, al termine della settimana più surreale del decennio, ritroveranno equilibri capovolti rispetto al passato. La minoranza di blocco dei sette club che hanno orientato la vicenda dei fondi e sfiduciato con una lettera il presidente Dal Pino ha visto nel giro di pochi giorni il suo impero crollare. Il folle progetto di operare un cambio al vertice di via Rosellini è naufragato come uno degli effetti collaterali della diaspora verso la Superlega.

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Le sette società che avevano accusato Dal Pino di mala gestio — ovvero Juventus, Inter, Napoli, Lazio, Fiorentina, Atalanta e Verona — nutrivano il piano di insediare ad interim Luca Percassi, in attesa di provvedere a fine stagione alla nomina di Beppe Marotta, come presidente operativo al fianco di Luigi De Siervo. Operazione destinata a fallire, considerando che oggi, anche se il manager interista non farà il primo passo, qualche collega chiederà che il dirigente nerazzurro rimetta il mandato di consigliere federale.

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Nuvoloni neri all’orizzonte anche per Andrea Agnelli nei confronti del quale sarebbero 11 i club (trainati dalla Roma, assistita dallo Studio Gop) che stanno meditando di far causa per danni al presidente juventino. Stanno valutando la mossa il Cagliari, il Genoa, il Toro, il Sassuolo, il Bologna e la Samp.

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Noti i motivi: il manager bianconero da un lato trattava, per nome e per conto delle 20 società, con i fondi come capofila del comitato incaricato per i colloqui; dall’altro orchestrava con Perez l’avvio della Superlega. Il conflitto d’interesse è palese se si considera il tema della modifica del format del campionato nel dibattito con il consorzio: i fondi contemplavano al massimo una riduzione a 18 squadre, mentre Agnelli spingeva per ipotizzare un torneo anche a 16.

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