Corriere dello Sport (J. Aliprandi) – Mettiamola così: il tifoso lavoratore che fino a qualche settimana fa avrebbe (e ha) fatto di tutto per non perdersi una partita infrasettimanale e per sedersi sul suo solito seggiolino dell’Olimpico stavolta non farà i salti mortali. Non per un Roma-Torino, una sfida tra il nono e il dodicesimo posto, non dopo l’umiliante sconfitta contro la Fiorentina, non dopo il caos sportivo e societario degli ultimi mesi. Ecco, quel tifoso-lavoratore ha perso la pazienza e di certo ci penserà due volte domani prima di prendersi un permesso al lavoro per sfidare il traffico cittadino e volare allo stadio per vedere una partita che può finire in qualsiasi modo.
In ogni caso chi andrà all’Olimpico sarà pronto a contestare la squadra e a esprimere civilmente la propria rabbia per un avvio di stagione da incubo e un rendimento sul campo da zona retrocessione. Il ko contro la Fiorentina è stato l’ennesimo spettacolo indecoroso a cui hanno assistito i tifosi che domenica notte (in cinquanta dei gruppi organizzati) hanno aspettato la squadra alla stazione Termini per “spronarli” a fare meglio dalla prossima partita in avanti. Ecco, se alle due del mattino sono scoppiati petardi e cori contro i giocatori, l’Olimpico sarà una polveriera pronto a fischiare la squadra prima della partita: dall’arrivo del pullman all’annuncio delle formazioni fino al riscaldamento della squadra. Durante la partita potrebbe esserci invece un “patto di non belligeranza” per sostenere la maglia e non mettere ulteriormente in difficoltà la squadra.
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