PAROLE E FATTI – Non basta il coraggio per entrare in sala stampa e dare la garanzia del successo finale. Perché poi c’è la partita e alla fine si valuta il risultato.
Che con il Chievo è arrivato. Come altre 6 volte in questo campionato (7, su 9 match stagionali, se si conta pure la prima partita di Champions). Sarà scudetto, ha detto Rudi venerdì scorso. L’uscita arrogante ha avuto l’effetto desiderato. Sulla classifica del weekend: l’impatto violento di quella frase ha permesso alla Roma di recuperare due dei tre punti che Rocchi aveva regalato alla Juve nello scontro diretto del 5 ottobre allo Stadium. Garcia, scommettendo sul tricolore, non ha voluto però tirar su il morale del suo gruppo. Dei suoi giocatori si fida, ci parla quotidianamente. Ha messo, invece, pressione ai rivali. Li ha intimoriti. Lo sgambetto della vigilia è servito per diminuire il distacco dalla capolista. Prima, comunque, prendendo a pallonate nel primo tempo, novità dell’annata, l’ospite di giornata: il Chievo è caduto tre volte in mezzora e Corini è stato esonerato. L’input in partenza, dodici mesi dopo, è diverso: chiudere subito l’incontro e risparmiarsi per il prossimo. Che spesso, come domani sera, sarà in Champions.
AMBIZIONE SFRENATA – Non è il momento dei paragoni. La sfida contro Guardiola ha però il suo fascino. Chissà che cosa ha in mente Rudi per Pep. Se userà il pressing e l’aggressività pure per il tiqui taça del tecnico catalano. La Roma sa essere sfacciata, efficace e spettacolare contro chiunque. Così la vuole il suo condottiero che sa dove vuole arrivare. In Italia e in Europa. Ultimamente se ne sono accorti a Manchester e a Torino: il City e la Juve hanno rischiato di essere travolti dalle ondate giallorosse. L’impronta resta sempre la stessa. Anche quando cambiano gli interpreti. Il francese ne ha schierati già 23, contando anche il debutto di Uçan, primo turco della storia romanista. Solo Donadoni ne ha utilizzati di più, arrivando a quota 26: il Parma è però ultimo, solo 3 punti in classifica. A incidere, oltre alla qualità dei singoli, anche l’uso degli stessi. Nelle due gare in cui, sempre all’Olimpico, Garcia si è sbrigato a mettere al sicuro il successo, il mese scorso contro il Cska (4 reti in 31 minuti) e sabato contro il Chievo (3 gol in 33 minuti), ha cambiato il maggior numero di giocatori, 6, da una partita all’altra. Per due vittorie simili agli addestramenti a Trigoria. Il turnover, pure esagerato, migliora in alcuni casi il rendimento della squadra. E con il sistema di gioco che può magari essere modificato in corsa. La prima opzione è il 4-3-3, quella di scorta il 4-2-3-1.
PROSSIME MOSSE – Manolas per Astori, Iturbe (o Florenzi) per Ljajic e Gervinho per Destro: sono tre le possibili novità per il Bayern. Troppi sono gli indisponibili per varare l’ennesima maxi rotazione. Fin qui solo Nainggolan è sempre partito titolare e di conseguenza ha giocato più minuti di tutti (622 in campionato e 180 in Champions). Sistemandosi al centro della Roma. Ovviamente accanto a Garcia.