La Repubblica (E.Gamba) – Stasera la Juve giocherà la terza sfida scudetto in 22 giorni, ha incontrato prima una capoclassifica (il Napoli) e poi l’altra (l’Inter), ha messo insieme quattro punti e non ha preso neanche un gol ( e ben pochi tiri in porta) e in definitiva è tornata in sé, è tornata quella che era: una squadra difficile da scalfire, figurarsi da battere. Però per la Juve il vero confronto diretto è questo che viene, perché a Torino sono sempre stati convinti che sarebbe stata la Roma l’avversaria più pericolosa, quella da cui guardarsi con maggiore attenzione. E difatti Allegri lo ha confessato: «Ha tecnica, forza fisica, spessore internazionale: non può non essere una delle favorite per lo scudetto, ma per me è un po’ più favorita delle altre» . Non è una lusinga estemporanea, né una captatio benevolentiae, perché sono cose di cui Allegri, che ritiene la Roma un gradino sopra Inter e Napoli, è convinto da mesi. E poi stima molto Di Francesco, un collega con il quale ha feeling (con Spalletti meno, con Sarri quasi niente) e in cui un poco si rivede, anche le idee tattiche di base sono differenti. «Che fosse bravo lo aveva dimostrato già a Sassuolo, ma adesso sta dando equilibrio a un ambiente molto difficile, dove si passa dalle stelle alle stalle in un attimo» .
Nel collega giovane, Allegri rivede tratti della sua stessa leggerezza, del disincanto con il quale sa disincagliare le situazione più ingarbugliate. E la Roma di quest’anno gli piace per il suo modo di essere: «Ha preso solo dieci gol, Alisson ha fatto pochissime parate e fuori casa non è mai stata in svantaggio, neanche per un minuto». La Roma, in pratica, ha quel genere di controllo sulle partite che lui pretenderebbe che la Juve avesse sempre ma che quest’anno ha un po’ centellinato, escludendo perlomeno gli ultimi tempi: è solo da un mesetto a questa parte che i bianconeri si sono rimessi a giocare da padroni, sigillando la porta (sono sette partite che non subiscono reti), ripristinando gli equilibri e soprattutto riprendendo in mano la situazione come fa la Roma quando gioca in trasferta (anche se di recente un po’ meno). In questo contesto, Allegri ritiene che sia tornato il momento di rimettere Dybala al centro, di riproporre il 4- 2- 3- 1 disegnato a suo tempo attorno a lui, di darsi un tono più offensivo. Adesso pensa di poterselo permettere.