Il Messaggero (G. Lengua) – José Mourinho ha deciso: Lorenzo Pellegrini torna vicino alla porta. Dialogherà con gli attaccanti, innescherà le azioni offensive e darà fantasia al reparto. Un ritorno all’antico per il capitano, costretto a centrocampo dall’inizio di questa stagione per l’arrivo di un mostro sacro come Dybala e il ritorno in grande spolvero di Zaniolo. Nicolò, però, ne avrà ancora per tre settimane (lussazione alla spalla) e allora Lorenzo potrà esibire il suo repertorio di calciatore votato all’attacco.
Quanto fatto nelle prime due giornate non è ovviamente da buttare, perché ha assolto con eccezionale puntualità a tutti i compiti difensivi. Quindi, anche contro la Juve, è lecito attendersi un passo indietro in fase di non possesso per regalare maggiore solidità alla mediana composta da Matic e Cristante. Quest’anno è arrivato l’upgrade, perché la maturità che ha raggiunto può portarlo a interpretare ogni ruolo dalla metà campo in su con eccezionale puntualità e precisione.
Mou lo ha rivitalizzato così come ha fatto con Abraham, altro protagonista della gara di oggi. José non ha voluto specificare chi tirerà i rigori, ma c’è la possibilità che sia lui l’uomo giusto. Anche perché lo scorso anno, sempre a Torino, se avesse calciato l’inglese dal dischetto forse sarebbe andata a finire in modo diverso. Ha dentro di sé una grandissima voglia di rivalsa perché aveva segnato, ma l’inspiegabile decisione dell’arbitro Orsato (annullare il pareggio per un fallo retroattivo), ha cancellato in un istante la gioia dipinta nei suoi occhi.
È ancora a secco, perché deve immedesimarsi nel nuovo gioco di Mourinho che non prevede più la palla lunga ma il fraseggio. Ma inaugurare la stagione dei gol con uno alla Juve e, magari, con l’aiuto di capitan Pellegrini, non avrà prezzo.