Tutti a Roma per l’internazionale degli ultrà. Si sono dati appuntamento da Polonia, Bulgaria, Grecia, Inghilterra e chissà da quanti altri paesi d’Europa. C’e’Lazio-Roma, ci sono gli amici biancoazzurri da sostenere in partita ma soprattutto prima e dopo, negli incidenti. Il derby della Capitale si “deve giocare da ora in poi sempre domenica alle 12″, la dura indicazione in arrivo dal Viminale dopo l’ennesima giornata di violenza attorno all’Olimpico.
Ma il match di ieri sarà ricordato anche perchP certifica l’escalation di un fenomeno: hooligans di tutta Europa alleati tra loro per provocare incidenti, nella logica ‘il tuo nemico è il mio nemico’. “Il problema è il derby”, sottolineano dal Viminale, dove la costante di tensioni, incidenti, feriti attorno ai Roma-Lazio di ogni campionato preoccupa molto. Un migliaio di laziali supportati dalla legione straniera, altrettanti romanisti dall’altra parte; due accoltellati prima; cariche di contenimento dopo; i contatti evitati; Roma nord bloccata. Questa la fotografia del Lazio-Roma di ieri per il Viminale. Ma se il bilancio è stato contenuto, la preoccupazione cresce.
In più la ribalta del derby della violenza ha acceso le luci anche sulle alleanze violente. La cosiddetta internazionale degli ultrà è in stile black block, ma nel calcio ostenta colori, maglie, appartenenze. Ed ha come obiettivo l’ultrà nemico dell’ultrà amico. Evidente il gruppo del Wisla Cracovia ieri al fianco degli ultrà Lazio: sei erano stati fermati nella notte con passamontagna blu e mazze e rispediti a casa, un’altra cinquantina hanno sfilato nello stesso abbigliamento fino all’ingresso allo stadio, per poi partecipare agli incidenti post partita. Con loro gruppi ridotti di ultrà da Bulgaria, Grecia e dell’inglese West Ham.
“E’ un fenomeno in atto da anni – sottolineano dal Viminale –. Anche gli italiani vanno all’estero, succede in piccolo in altre città italiane. Ma nell’ultimo periodo è in crescita“. La vetrina del derby romano ha forse segnato la soglia di non ritorno. Gli Sharks di Cracovia sono di estrema destra (le foto li immortalano con saluti romani sfoggiati anche dentro lo stadio), contano numerosi incidenti e assassinii nel loro passato e sono tra i primi 10 gruppi più pericolosi d’Europa; come gli ultrà del West Ham, che nella primavera scorsa hanno riacceso l’incubo violenza nella pacificata Inghilterra e in passato si erano meritati un film dal titolo esplicito, ‘Holligans’. Con loro, bulgari e greci erano stati segnalati all’Italia dai rispettivi paesi. Sull’internazionale ultrà le polizia di tutta Europa sono al lavoro insieme. Per olandesi e svedesi invece nessuno avviso. In ogni caso, il nuovo allarme alza la soglia di rischio già alta.
Dopo il Lazio-Roma di ieri, il Viminale boccia l’idea dello spostamento alle 18 di lunedì. E’ in arrivo un’ulteriore stretta, l’indicazione chiara di giocare sempre domenica alle 12. “Non tutte le società collaborano: a parole sì, ma nei fatti no…”, ha tuonato oggi il capo della Polizia Pansa. Il riferimento, più che allo spostamento, è ai legami non troncati. Non è sfuggita, al Viminale, la presenza di 400 esagitati romanisti in Montemario, che hanno dato vita a qualche rissa e parapiglia: come gli sono arrivati i biglietti? Non sono piaciute le parole dei due allenatori prima e dopo, non è sfuggita l’esultanza di De Rossi con i due medi alzati. Insomma, il Viminale chiederà alle polizie di tutta Europa ancor più collaborazione. E al calcio italiano di affrontare seriamente il problema del derby di Roma.
(ansa)