Corriere della Sera (M. Ferretti) – La curiosità più calcistica, legata all’esordio di stasera in Europa League, sarà verificare se e quanto buona, per alcuni versi molto buona prova sfoderata dalla Roma contro l’Udinese sia stato frutto anche dell’effetto “primo giorno di scuola”. Quando, con il maestro nuovo, poca voglia di scherzare e la cartella in ordine, tutti si sentono di promettere un anno di grande impegno e tanto per confermare le buone intenzioni, danno un esempio immediato di applicazione. E così sarebbe importante avere conferma che la Roma vista contro l’Udinese non è stata figlia legittima della travagliata attualità ma che realmente ha imboccato una strada più illuminata.
Complicato ammettere che Ivan Juric con tre, quattro allenamenti abbia potuto incidere così a fondo nell’anima del gruppo, peraltro abbacchiato per la cacciata di De Rossi, ma qualcosa comunque è accaduto. Qualcosa di bello. Ecco perché stasera sarebbe positiva assai una conferma a carattere internazionale: indicherebbe una reale inversione di marcia. Impegno non facile, attenzione. Perché i valori dell’Athletic vanno al di là della qualità immensa di Nico Williams. La Roma, però, da qualche anno si è scoperta squadra più europea che italiana e questo, non può essere considerato casuale.
Una Roma che si presenterà in una veste tecnica diversa rispetto a quella proposta da Juric nella sua prima all’Olimpico. Al di là del nome, e quindi della presenza, di Dybala che non ha la necessità di giocarle tutte. Ci si aspetta di vedere Soulé, un pò sparito nei radar nelle ultime settimane; si confida di poter apprezzare la bontà dell’acquisto di Koné e perché no? La crescita di Baldanzi, oltre che la provata affidabilità dell’internazionale Hermoso.