Totti che parte a sinistra, Romagnoli al centro della difesa accanto a Burdisso, Florenzi che va come un treno da interno, Osvaldo già in forma, Pjanic e Bojan pure. Bentornata, Roma. Sembra passata una vita dal 13 maggio, ultima volta che la squadra era scesa in campo. Un mese e mezzo, tutto in mezzo: in panchina c’era Luis Enrique, adesso c’è Zeman. In campo c’era una squadra che lottava solo per l’onore, adesso c’è una squadra che si fa vedere per la prima volta. Prima amichevole stagionale, 9-0 ai boscaioli (che poi sono studenti, impiegati, camerieri e piastrellisti) della selezione locale Brunico- Riscone, primi gol (apre Pjanic, chiude Simplicio), prime giocate e soprattutto prima Roma, con la nuova maglia rossa che indossata è ancora più bella. La mettono, all’inizio, Lobont, Taddei (confermata l’intuizione di Luis Enrique di vederlo bene come terzino), Burdisso, Romagnoli e José Angel in difesa, Greco, Florenzi e Pjanic in mezzo, Totti, Osvaldo e Nico Lopez in attacco. Il bosniaco è il protagonista della prima frazione: colpo di tacco del Capitano e lui tira alto dopo 3 minuti, dopo altri 3 arriva il primo gol della stagione: assist di Florenzi rasoterra dalla destra per Pjanic che insacca a rete facilmente. Al 13’ raddoppia Totti che solo davanti al portiere fa lo “scavino”. Poco dopo è il turno di Osvaldo con una grande azione, sotto gli occhi di moglie e figlia, al 19’ stoppa un pallone sulla trequarti, dribbla la tifesa avversaria e serve un pallone che Pjanic, dal limite dell’area, deve solo piazzare. Il bosniaco sembra in buona condizione, comanda il centrocampo come e più di Greco e quando, dalla sua parte, José Angel rimane troppo bloccato dietro lui lo riprende e lo invita ad “andare dentro”.
La Roma corre, anche se i carichi di lavoro si sentono eccome, e prova a segnare ancora con Burdisso il cui colpo di testa su cross di Nico Lopez termina alto sopra la traversa. Il tre a zero arriva al 26’ con Florenzi che, al termine di uno scambio Totti- Osvaldo (che si invertono spesso)-Pjanic, arriva in corsa e segna senza troppa difficoltà. La Roma si diverte, Osvaldo prova a imitare Totti ma il suo cucchiaio termina alto sopra la traversa e lui si manda a quel paese da solo. L’italo-argentino sta benissimo, di fisico e di testa, e si impegna come fosse una partita ufficiale: lo capisci quando, a metà del primo tempo, torna e recupera in difesa sotto lo sguardo vigile, e soddisfatto, di Zeman. In chiusura, al 43’, viene finalmente premiato con il gol con un bel colpo di testa e quando l’arbitro fischia la fine esce dal campo a piedi nudi e con un sorriso grande così, accolto dall’allenatore che mima con le mani qualche movimento che avrebbe dovuto fare. Osvaldo annuisce, sorride e si avvia verso gli spogliatoi. Nella ripresa Zeman cambia la Roma per dieci undicesimi, il solo Taddei resta in campo e si sposta da destra a sinistra. In porta esordio di Svedkauskas, a destra c’è Rosi, al centro Juan e Heinze. A centrocampo Verre fa il regista, Bertolacci e Marquinho gli intermedi, in attacco Lamela a destra, Borriello al centro e Bojan a sinistra. Il sesto gol arriva al 19’ con Marquinho che si inserisce benissimo e con un colpo sotto batte con facilità il portiere. Quando Zeman a metà del tempo decide di cambiare a centrocampo il brasiliano si sposta in difesa a sinistra, Pizarro fa il regista con Perrotta e Simplicio interni. Il protagonista diventa Bojan che prima colpisce la traversa con un colpo a giro quasi da calcio d’angolo e poi piazza il pallone sotto all’incrocio da trenta metri. Sette a zero. Alla fine manca poco e la partita scorre via così, tra un gol annullato a Rosi, un altro messo a segno da Borriello con un sinistro incrociato al 36’ un altro ancora di Simplicio da terra al 43’ e un timido tentativo della selezione locale di farsi vedere dalle parti di Svedkauskas, spettatore non pagante così come Lobont.
Il Romanista – Chiara Zucchelli