Corriere dello Sport (G. D’Ubaldo) – I tifosi della Roma sono tornati a sognare dopo l’annuncio di Mourinho, sperano di vincere dopo tredici anni. L’ultimo scudetto risale invece a venti anni fa. Uno dei protagonisti di quella squadra è stato Aldair, difensore brasiliano campione del mondo. A Roma ha lasciato il cuore, viene spesso per seguire la scuola calcio che porta il suo nome. Lo abbiamo contattato in un’isola in Brasile per un breve periodo di vacanza. Parla volentieri della sua Roma.
Hai saputo di Mourinho?
Sì, mi fa piacere, la scelta dell’allenatore è ottima, ci fa sperare che rispetto agli ultimi tempo possa ottenere qualche risultato in più, che la piazza merita. Negli ultimi anni non ha vinto molto, ma Mourinho resta un allenatore di altissimo profilo. L’ho incontrato in qualche evento internazionale, come alla festa di addio al calcio di Nakata, in Giappone. È passato tanto tempo, me lo ricordo come un personaggio tranquillo e divertente, al contrario di quello che sembra, sempre stressato durante le interviste.
L’annuncio del suo arrivo ha portato tanto entusiasmo.
I tifosi possono tornare a sognare, è un allenatore vincente, anche in Brasile si dice che Mourinho arriveranno grandi giocatori. Penso che avrà dato alcuni nomi alla società, vorrà una squadra competitiva. Ma per vincere bisogna rinforzarsi, ci sono tante avversarie forti, a cominciare da Inter, Juventus e Milan. La Roma deve crescere per tornare a quei livelli. Me lo auguro da ex e da tifoso.
Come spieghi la stagione deludente della Roma?
Ho visto un po’ di partite, ma da lontano non si può giudicare. Nel campionato italiano per come gioca la Roma oggi è difficile fare risultati, la difesa è troppo esposta, prende troppi gol e per arrivare a grandi traguardi bisognare pensare pensare più ai risultati che al gioco. La difesa è sempre vulnerabile. Per fare un certo tipo di gioco ci vogliono giocatori adatti. Fonseca ha pagato anche questo, non ha avuto tanti campi, ha solo 15-16 giocatori importanti e in una stagione così piena di impegni è un problema.
Domani c’è il derby. La Roma non può permettersi di perderlo.
La Roma quest’anno è questa, si è visto anche a Milano, abbiamo perso tutte le partite contro le grandi, anche se nel secondo tempo con l’Inter ha giocato bene e meritava di più. Speriamo che contro la Lazio ci sia una reazione, la squadra deve avere carattere, voglia di vincere, è la penultima partita, deve chiudere bene. Speriamo che i giocatori siano concentrati.
Sei stato un grande calciatore. Come spieghi la squadra demotivata delle ultime partite?
Non credo che i giocatori si tirino indietro, sono professionisti, devono comportarsi in un certo modo. Probabilmente c’è qualcosa che non va con l’allenatore, oppure tra i giocatori stessi. Quando si vede una squadra poco determinata sono questi i motivi. La Roma gioca un bel calcio, ma non così tanto da far male all’avversario. Ha fatto pochi punti fuori casa, anche contro avversari non superiori. È mancata cattiveria. Si passerà da un allenatore portoghese a un altro, con mentalità diverse. Con Mourinho questo non succederà, mancano queste due partite, sappiamo quanto sia importante il derby. I giocatori devono essere concentrati.
I tifosi sono delusi e hanno già contestato la squadra.
I tifosi sono arrabbiati quando le cose non vanno bene, è normale che vadano a contestare. Anch’io ho passato momenti come questi. I risultati non sono arrivati, anche in Europa League non si possono prendere cinque gol in trasferta, contro un avversario con il quale si poteva recuperare. I giocatori devono dare di più, questo chiedono i tifosi. E quando chiedono spiegazioni bisogna capire, farli parlare con i giocatori più rappresentativi. Un gruppo di venti giocatori devono camminare tutti nella stessa direzione. Questo vogliono i Friedkin.
Che pensi dei Friedkin?
Non so giudicare, non so nulla di loro, penso che vogliono fare grandi cose, perché altrimenti non avrebbero portato un allenatore così importante.
Alla Roma servirebbe un ex campione per fare da trait d’union tra la società e la squadra.
L’esperienza mi dice che in tutte le società un ex giocatore che vanta un trascorso importante nel club. Anche in Brasile è così. Uno che conosce l’ambiente, che può dare consigli. Alla Roma non c’è. Abbiamo Bruno Conti, ma lavora con i giovani. Speriamo che possa tornare un nome importante, come Totti o De Rossi.