L’allenatore della Roma Primavera Alberto De Rossi, ha parlato ai microfoni di Roma Tv prima della partenza per Nyon dove domani i suoi ragazzi giocheranno la semifinale di Youth League contro il Chelsea. Queste le sue parole:
Il rinnovo, cosa significa?
A parte la consapevolezza di aver svolto il mio lavoro bene, la voglia di fare mi ha dato la spinta, volevo subito tornare in campo per trasmetterla ai ragazzi. Quando ti danno una fiducia illimitata ti dà una spinta enorme. La Roma fa parte della mia vita, dei miei affetti, mi ha dato la possibilità di esprimermi perché inizialmente non volevo uscire dal campo di gioco. La Roma mi ha dato tutto questo e il contratto mi ha dato la fiducia.
Ti abbiamo definito “il Ferguson del calcio giovanile”, cosa ne pensi?
Intanto che vi dovrei pagare una pizza (ride, ndr). E poi scomodare un guru del calcio mondiale è un paragone un po’ irriverente. Vorrei avere un’altra etichetta, quella di un allenatore normale e onesto che fa tutto questo questo per i ragazzi.
Un momento particolare della tua carriera?
Ce ne sono tanti, ma scelgo una ‘foto’ con un sonoro. L’emozione più forte è stato il momento dopo la vittoria della Coppa Italia contro la Juve, c’era la Tevere piena di tifosi, mi avvicinai per ringraziarli ed è partita un’ovazione, per me è stato un momento emozionante.
Il settore giovanile come scelta di vita, non hai mai pensato al salto in prima squadra?
Rimanere coi giovani sembra la scelta più facile, invece la mia aspirazione va oltre, sto continuando a migliorarmi sempre, non dico per diventare il più longevo, ma anche il più bravo. Questo non è un lavoro normale, e come ho detto prima, è stata una cosa dovuta, rimanere in campo per aiutare i giovani e poi sono stato assorbito dalla voglia e dai risultati. Non ho mai pensato a fare il salto, ho uno staff che non ho mai avuto, 5 collaboratori non mi era mai successo. Con loro cerchiamo nuove soluzioni per non annoiare i ragazzi.
Hai mai parlato con Daniele delle tue scelte?
Sì, un paio di volte. Inizialmente ricordo che ci fu un colloquio con Daniele quando era abbastanza giovane. Quando lui entrò qui, il padre-allenatore doveva scomparire. Quando lo accompagnavo lasciavo la macchina fuori. Questa cosa la sentiva, penso che sia successo a tutte le persone che lavorano allo stesso posto. Le nostre carriere dovevano essere su due strade parallele. C’è stata qualche volta che potevo prendere la prima squadra, c’è stato un momento che abbiamo parlato di interrompere il cammino nello stesso posto di lavoro per alleggerire la pressione. È stato un momento particolare, subito superato dalla nostra onestà al di là delle chiacchiere.
Qual è l’annata che ti ha dato maggiori soddisfazioni?
Sono rimasto più legato ai gruppi che non hanno vinto. In particolare il gruppo dei ’94 che stentava a farsi largo nel calcio. I ’94 non aveva mai vinto e fuori da Trigoria veniva etichettato come perdente, non riusciva a diventare protagonista. Lì ho dato il massimo, era una sfida per fare qualcosa in più. Mi ricordo la vittoria della supercoppa contro l’Inter, mi ricordo che giocavano dei 96′ come Calabresi e dei 95′, mentre nell’Inter, c’erano Mbaye, Duncan, Livaja, giocatori che erano nel giro della prima squadra. Mi ricordo le facce dei giocatori che non avevano mai vinto niente.
Un rammarico?
Le finali perse, tante, sotto la mia gestione siamo arrivati tante volte in finale. Una su tutte Roma-Milan, ci fece gol Abate. Avevamo fatto le scelte giuste, ma le doti sono state offuscate dalla forza fisica. Un anno di età fa la differenza.
La Youth League?
Intanto abbiamo centrato un obiettivo. Il nome della Roma dobbiamo portarlo con orgoglio e lo abbiamo fatto. Ora inizia il bello, è un orgoglio portare la Roma tra le prime 4 squadre d’Europa. Non è che sto abdicando, ci siamo preparati meglio che contro il City. Il Chelsea è più forte del City, ce la giocheremo, è una gara che ci potrebbe aprire la porta per la finale. Lo Shaktar e l’Anderlecht sono squadre che riteniamo un gradino più in basso del Chelsea. La Roma deve essere protagonista.
Il Chelsea?
Ha giocatori che al momento sono inarrivabili. Sono forti, veloci, hanno estro, fantasia, sono completi. Loro giocano con 4 giocatori davanti che si esulano dal resto della squadra. Stiamo lavorando sulle zone del campo dove dovremo far male agli avversari, dobbiamo essere impeccabili dietro.