Il Giornale (M.Di Dio) – Al Real Madrid la sesta qualificazione di fila ai quarti di Champions, alla Roma il rammarico di cinque palle gol create e sprecate al Bernabeu. Spaventare le Merengues in casa loro non è impresa da tutti, ecco perché le occasioni sprecate da Dzeko e Salah (clamorosa la seconda fallita dall’egiziano) e quelle sventate da Navas su Florenzi e Manolas regalano più di un rimpianto alla truppa di Spalletti. Non inferiore ai più quotati avversari nei 180 minuti della doppia sfida, ma che certamente ha pagato gli episodi. Il 4-0 complessivo maturato tra andata e ritorno sembra un passivo persino sproporzionato per i giallorossi, ma se nella partita dell’Olimpico ci si poteva attaccare ad alcune decisioni arbitrali, stavolta i rimpianti sono solo per i gol falliti. E se nel calcio non segni, non puoi lamentarti. Così, l’unico vero vincitore tra i giallorossi al Bernabeu è Francesco Totti, inserito da Spalletti a qualificazione già decisa e sommerso dagli applausi degli sportivi tifosi madrileni, che come confessato dal capitano della Roma, qualche anno fa potevano essere i suoi.
Alla fine l’ago della bilancia è sempre lui, Cristiano Ronaldo: l’asso portoghese rompe l’equilibrio della partita – così come era accaduto all’Olimpico – con una sola giocata di classe, il colpo di tacco che lascia il segno (anche sul viso di Szczesny) e toglie energie a una Roma che fino a quel momento era rimasta in campo a testa alta, segno evidente del buon lavoro che sta facendo il tecnico toscano. Per alimentare le già scarse possibilità di passaggio del turno, serviva però un gol immediato che mettesse un po’di paura ad avversari blasonati ma non devastanti. Gol che non è arrivato per mancata convinzione sotto porta (lo Dzeko che dopo 14 minuti manca il bersaglio da due passi è lo specchio della stagione negativa del bosniaco). Il Real ha dominato nel possesso palla – oltre il 65 per cento -, nel numero di conclusioni verso la porta di Szczesny, persino nel numero di calcid’angolo battuti, ma quando la Roma accelera si rende pericolosa.
Il miedo escenico (ovvero l’atmosfera «inquietante» del Bernabeu) non sembra impensierire la Roma, che ci prova anche se nel primo tempo regala poco movimento con la palla al piede e scarso pressing in fase di non possesso, favorendo il fraseggio lento del Real. Che non trova il gol nei primi 45’ (come all’andata e nella sfida con il Psg di Ibrahimovic) nonostante 18 tiri – mai così bene una squadra in Champions dal 2006-2007 -, anzi rischia di subirlo ma Dzeko e Salah battono sull’esterno della rete. La Roma ha il demerito di non riaprire il discorso qualificazione (ancora più incredibile il secondo errore di Salah) e Navas blinda la porta, l’assist del nuovo entrato Lucas Vazquez permette a Ronaldo di segnare il 13° gol in Champions, il 40° stagionale (e c’è chi lo fischia da queste parti), Cr7 regala poi l’assist a James Rodriguez per il 2-0 che chiude la pratica. Perotti trova il palo nell’ultima conclusione verso la porta di Navas, che rimane ancora imbattuta al Bernabeu in questa stagione europea. Al Real la qualificazione, alla Roma resta l’orgoglio di averci provato.