Corriere dello Sport (R. Maida) – Esiste una strada, nel quartiere Flaminio, che chiamano tutti la Piccola Londra per l’aspetto curato e le palazzine eleganti. Chissà se gli inglesi della Roma, che vivono dall’altro capo della città, hanno avuto il tempo di visitarla. Magari lo faranno, con Chris Smalling nelle vesti di cicerone della squadra. Di sicuro sorprende che a Trigoria giochino ora tre ragazzi venuti tutti dalla City.
Smalling è nato a Greenwich, il sobborgo noto per l’omonimo meridiano da cui parte il fuso orario di tutto il mondo. È stato allevato dal Milwall e poi è passato per il Fulham, prima di scoprire la gloria nel Manchester United.
Tammy Abraham invece è nato 7 chilometri più a ovest, sempre “sotto” al fiume, nella zona di Camberwell, attigua alla più famosa Brixton. Padre nigeriano e madre inglese, Abraham ha cominciato molto presto nel Chelsea, dove è stato notato da José Mourinho che era all’epoca il celebrato allenatore della prima squadra.
Infine l’ultimo arrivato, Ainsley Maitland-Niles, viene da Goodmayes, nella periferia nord orientale di Londra, a 17 chilometri dal centro che per gli abitanti della capitale inglese è identificato con la stazione di Charing Cross. È quasi normale, vista la collocazione sul territorio, che sia stato ingaggiato ben presto da uno dei club di Londra Nord, l’Arsenal, che lo ha accolto quando aveva appena 6 anni nella propria scola calcio.
Mai una squadra italiana aveva schierato nell’era dei tre punti tre giocatori inglesi nella formazione titolare di una partita di Serie A: alla Roma è capitato domenica scorsa nella sciagurata sfida contro la Juventus.