La Gazzetta dello Sport (G. B. Olivero) – Mancava davvero poco e questa consapevolezza rende più amaro il pareggio con cui la Roma inizia l’avventura in Europa League. Però l’Athletic Bilbao è una buona squadra e nella ripresa, a causa della stanchezza e di alcuni cambi peggiorativi, i giallorossi si sono progressivamente spenti. Dopo un buon primo tempo giocato in costante pressione, la Roma è scoppiata e a quel punto è emersa la tecnica in velocità dell’Athletic che dalla panchina ha pescato, a differenza della Roma, cambi migliorativi. La Roma, dopo un quarto d’ora di attesa, prende in mano la partita vincendo tutti i duelli, pressando alto quando può, organizzando una fitta rete di passaggi ben congegnata e, in alternativa, cerca subito la profondità lanciando Dovbyk quando la linea difensiva dei baschi si alza molto.
La prima conclusione, però, diventa gol: al 32′ una bellissima azione corale, iniziata da uno scippo di N’Dicka su Guruzela e proseguita da Kone, Celik, Dybala e Baldanzi, manda Angelino al cross che Dovbyk trasforma in un’esecuzione. L’Athletic resta sorpreso dall’aggressività giallorossa e fatica a reagire. Ma quando quella pressione cala a causa di un’evidente stanchezza, le cose cambiano. L’Athletic passa al 4-2-3-1, spinge tanto a sinistra dove Abdulhamid va sempre in difficoltà e al 40′ arriva il pareggio in una situazione di superiorità numerica e abbastanza prevedibile. Errori e lacune sono superiori ai rimpianti.