Ahi Roma, ali Viola

Corriere dello Sport (A.Polverosi) – E sei. Sei vittorie di fila, quest’ultima di prestigio assoluto, sul campo della Roma. La Fiorentina di Pioli ha fatto un passo nella sua storia, solo nel 1960 era riuscita a fare meglio con 8 vittorie consecutive. Erano i tempi di Hamrin e Montuori, questi sono i giorni di Simeone e Benassi e di una squadra che dentro ha una forza mostruosa. Ieri ha segnato due gol con tre tiri, poi si è difesa, ha lasciato palla agli avversari (70,6 per cento di possesso romanista), ha rischiato (un palo esterno di Dzeko e nella ripresa, una traversa di Schick), ha barcollato (25 tiri a 3 per la Roma), ma ha resistito. Quella montagna di dolore che poteva travolgerla si è trasformata in una straordinaria energia positiva. Lo scatto verso il 7° posto, verso l’Europa League, è stato micidiale. Per la Roma, invece, scatto indietro per la Champions, oggi l’Inter potrebbe scavalcarla e la Lazio raggiungerla, proprio nella settimana del derby.

PER I VIOLA – La squadra di Di Francesco ha fatto la partita, senza entusiasmare, ma tenendo l’iniziativa per 90′. E’ andata a sbattere sul muro francese, Dabo-Veretout, è mancata di precisione e di qualità nella parte finale dell’azione. Il peso dell’1-4 del Camp Nou si è sentito e anche il gol dopo 7′ di Benassi ha messo la partita sulla strada della Fiorentina. Non proprio in discesa, ma bella dritta sì. La Roma ha cominciato subito ad attaccare, spingendo indietro i viola, concedendo però lo spazio sufficiente perché uno scattista come Simeone potesse lasciare il segno. Al Cholito non va chiesto di tenere palla, va lanciato e così ha piazzato il colpo del 2-0 alla fine del primo tempo.

I GUIZZI VIOLA – Il primo gol della Fiorentina è stata la somma di due colpi da biliardo, il primo di Saponara (assist perfetto), il secondo di Benassi che di sinistro, al volo, ha messo la palla sull’angolo più lontano. Nell’azione, partita da un calcio di punizione, c’era qualche responsabilità della fase difensiva della Roma: Dzeko ha chiuso in ritardo su Saponara come Gonalons su Benassi. Ancora più chiara la colpa di Manolas e poi di Bruno Peres sul raddoppio di Simeone, che ha sfondato al centro e segnato alla sua maniera, con rabbia e velocità: Bruno Peres, cercando di aiutare Manolas, ha in realtà intralciato la strada al greco.

MANOVRA ROMANISTACinque giocatori nuovi rispetto a Barcellona, ma nemmeno con un innesto così massiccio l’azione della Roma era veloce, lasciava quasi sempre alla difesa viola il tempo di riordinarsi, anche per effetto della lentezza di Gonalons. Tuttavia, la Roma ha avuto le occasioni per pareggiare, col palo esterno di Dzeko (dopo un malinteso Sportiello-Vitor Hugo), con l’uscita del portiere viola ancora su Dzeko e con la svirgolata di Laurini che ha anticipato però una dormita di Defrel in area.

SENZA CHIESAPioli ha dovuto cambiare assetto per l’assenza di Chiesa e per dare un po’ di qualità ha preferito puntare sul secondo trequartista, Eysseric, ma il francese è ancora distante dalle logiche del calcio italiano. I suoi connazionali di centrocampo, Veretout e Dabo, invece, erano preziosi per la diga davanti alla difesa. Diga che resisteva anche con un po’ di fortuna. Per incrinarla, Di Francesco ha inserito Schick a inizio ripresa al posto del vaghissimo Defrel. Proprio il ceko ha messo Nainggolan davanti a Sportiello, autore di un’altra prodezza.

ATTACCO ROMA – Per aumentare la spinta, il tecnico romanista ha messo Kolarov al posto di Manolas, uno dei più provati, accentrando Juan Jesus. Il cambio di Pioli invece è stato più tattico con Gil Dias al posto di Eysseric: voleva impedire che la squadra più… crossista della Serie A continuasse a rovesciare palloni in area viola, così ha raddoppiato gli esterni col 4-4-1-1.

DIFESA VIOLA A 3 – La Fiorentina non ce la faceva più a uscire, Di Francesco ha tolto un centrocampista (Strootman) e messo Florenzi, per schierare la Roma col 4-2-4. La risposta di Pioli è stata Milenkovic e la difesa a tre. Mancavano 20′ e il tecnico viola ha capito che per arrivare fino in fondo con la vittoria doveva e poteva solo difendersi. Schick ha colpito la traversa su cross di Florenzi, la Roma ha continuato ad attaccare fino alla fine, ma è arrivata in fondo alla sua sesta sconfitta casalinga. Troppe. 

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