Corriere dello Sport (R.Maida) – In un anno la Roma ha perso 10 gol. Cifra tonda di un inspiegabile blocco. Per questo Mourinho contro la Sampdoria cerca soluzioni offensive alternative. Con questo ritmo non si va in Champions. In Euroleaguevigono altre regole, si gioca su due partite e un errore basta a orientare la qualificazione, ma nel campionato “che è una maratona” occorre proporre di più e meglio. Nel 2022, dopo 27 giornate, la Roma aveva segnato 45 reti, quindi 1,67 a partita. Oggi, allo stesso punto della stagione, è a quota 35 (media 1,29). Nessun’altra squadra tra le prime sette ha peggiorato così tanto. Il dato è preoccupante: prima degli anticipi di ieri, Mourinho aveva l’ottavo attacco del campionato – insieme al Sassuolo – e soprattutto era crollato al decimo posto nella classifica dei tiri.
È abbastanza curioso che il collasso dei numeri offensivi sia coinciso con l’innesto di uno dei calciatori più forti della Serie A, cioè Paulo Dybala, che fin qui ha fatto pienamente il proprio dovere. Parlando del solo campionato, dal suo piede sono arrivati 9 gol, 6 assist compresi i due calci d’angolo contro l’Empoli, un rigore procurato contro il Bologna e la traversa con il Torino da cui è nato il pareggio di Matic a tempo scaduto. In metà delle reti della squadra (17 su 35) c’è insomma Dybala, che per giunta ha saltato per infortunio 7 partite su 27 e in altri due casi (Torino e Sassuolo) è entrato dalla panchina.
Il problema è che a fronte di un campione che polarizza la manovra, i compagni non sono riusciti a valorizzarsi. Abraham, che oggi torna titolare contro la Sampdoria, ha visto dimezzare la sua dote realizzativa: da 12 reti a 6, rispetto alle prime 27 giornate del 2022. Pellegrini addirittura è sceso da 6 a 2, senza mai segnare su azione: la speranza di Mourinho è che si scuota stasera, dopo aver già deciso la partita d’andata a Marassi su rigore. È addirittura fermo a zero Belotti, che Mourinho aveva voluto per aumentare il numero dei gol in mischia: in campionato ha anche sbagliato un rigore contro il “suo” Torino. Zaniolo, prima di scappare al Galatasaray, aveva concesso appena un gol ai tifosi che lo aspettavano come la medicina di ogni malessere: chi lo ha sostituito, Solbakken, ha fatto in proporzione meglio, con il tiro vincente che ha prodotto la vittoria contro il Verona. Paradossalmente è stato più prolifico El Shaarawy, che spesso ha giocato da esterno a tutta fascia e altrettanto spesso non viene scelto tra i titolari: i suoi gol in campionato sono stati 3.
La sensazione è che la Roma, per cercare una maggiore stabilità tattica che ha comunque portato 3 punti in più in classifica rispetto allo scorso anno, abbia perso brillantezza e coraggio. Ma le difficoltà di costruzione dipendono anche dalla mutata fisionomia della squadra: la perdita di Mkhitaryan e Veretout, senza contare Sergio Oliveira che è stato sostituito da Matic, non ha ricevuto compensazione da Wijnaldum, che è stato fuori oltre sei mesi per infortunio e deve ancora ritrovare se stesso. Per non parlare di Camara.