La Repubblica (F.Ferrazza – M.Pinci) – Il sito della società è vestito di una bandiera a stelle e strisce per annunciare l’amichevole del 1 agosto col Liverpool negli States. Proprio mentre la Roma diventa un po’ meno americana. Almeno quella che vive e lavora a Trigoria: Italo Zanzi, avamposto Usa nella capitale, si dimette. Un passo indietro inatteso, perché deciso dallo stesso Zanzi. Non era una novità invece che con Pallotta la sua figura avesse perso consenso: nelle ultime ore s’erano infittite le voci di un suo possibile spostamento all’interno del club. Non più “Ceo”, ossia amministratore delegato, ma numero uno della società che si occupa della realizzazione dello stadio. Un incarico che non gradiva: forse la goccia che ha fatto traboccare il vaso già pericolante, visto che i rapporti tra la proprietà del club e il Ceo, portato nella capitale nel 2013 per tenere un piede americano anche negli affari capitolini, erano già precipitati. In questo senso, circola una linea maliziosa, che imputa ai tanti viaggi di piacere nel corso della stagione – Montecarlo, Barcellona, Venezia, Dubai e Atene solo tra febbraio e aprile – peraltro puntualmente documentati dalla fidanzata di Zanzi, la “crisi” nei rapporti. Malizie appunto. Zanzi in privato ha spiegato che dopo 3 anni il percorso professionale di un amministratore delegato è da ritenersi concluso.
“Ho preso la decisione di perseguire nuove sfide”, l’addio dell’ad. Attenzione però, perché la Roma non si ferma: proprio ieri s’è registrata l’accelerazione forse decisiva per la cessione di Antonio Rudiger al Chelsea. Gli agenti del calciatore hanno incontrato a Londra Marina Granovskaia, luogotenente di Roman Abramovich, per discutere le cifre di un contratto ormai in dirittura d’arrivo. Lunedì la Roma ha riscattato il tedesco dallo Stoccarda per 9 milioni più il 10% su una cessione futura. Ora lo cederà per il triplo: a Trigoria vogliono 25-30 milioni. I Blues sono fermi a 20-22. Ormai, manca davvero pochissimo.