La Gazzetta dello Sport (G. Bovolenta) – Lo chiamavano Pel di Carota, perché aveva i capelli rossi. Poi Hitchens, perché era centravanti e somigliava all’inglese Gerry, ex giocatore di Inter e Torino. Era nato in Friuli, a Cervignano, un posto pieno, allora, di caserme e soldati. Si è spento ieri, dopo una breve malattia, a 70 anni aveva fatti pochi giorni fa), Giuliano Musiello.

Aveva giocato con Atalanta, Juve (solo in Coppa Italia), Avellino, Roma, Genoa, Verona, Foggia, Novara, Ravenna, Cuneo, Savona. Attaccante con la valigia, si diceva. Ma piena di buoni gol. Si esalta all’Avellino, poi è scelto da Nils Liedholm a Roma. “Buon giocatore, non ha paura di Bellugi e Morini”, dice il Barone. Diventa Pel di Carota.

L’attacco della sua prima partita, a Marassi contro il Genoa, recita così: Bruno Conti, Di Bartolomei, Musiello, De Sisti, Prati. Mica male. Non male anche il resto. Buoni spostamenti, poche polemiche, calcio di mestiere. “Ho sempre lottato, non mi sono mai dato per vinto”, dirà nelle sue poche interviste. Sincero, chiaro, onesto. Un centravanti pieno di coraggio.