Corriere dello Sport (M.Vulpis) – Dan Friedkin dovrà immediatamente “ricostruire” la struttre finanziaria del club e delle sue partecipate. Pagati 63,41 milioni di euro per acquistare la quota di controllo del club, 86,6%, dovrà mettere sul piatto altri 8,4 milioni per il resto della “galassia” Roma. C’è poi da considerare il costo complessivo dell’OPA “residuale” sulle azioni in circolazione. Per il possibile delisting dalla Borsa, Friedkin deve possedere almeno il 90% del capitale, ma il prezzo delle azioni non suscita un forte interesse negli azionisti alla cessione. Il texano dovrà compeltare l’aumento di capitale staccando un assegno da 85 milioni. A destare preoccupazione è il livello dell’indebitamento, ma per avere una versione puntuale bisognerà attendere i prossimi giorni. Sotto osservazione è il prestito obbligazionario non convertibile del valore di 275 milioni di euro. Di questo bond, emesso l’8 agosto del 2019, è rimasto l’impegno ad onorarlo. La parte più importante, 215,5 milioni, è servita per rimborsare il precedente finanziamento gestito da Goldman Sachs e Unicredit.