Il Messaggero (S. Carina) – Dopo 34 partite ufficiali, la Roma non ha ancora un modulo di riferimento. Mourinho ha schierato la squadra 20 volte con il 4-2-3-1, 9 con il 3-5-2, 4 con il 3-4-1-2 e una con il 4-3-3. Le assenze di Ibanez e Zaniolo fa sì che oggi non sia esclusa qualche sorpresa.
Non tanto negli uomini, quanto nella loro disposizione in campo. “Se ho scelto uno schema finale? No, cercheremo il meglio in base ai giocatori disponibili. Se col Sassuolo dovremo giocare in modo diverso lo faremo. E se lo faremo a 3 davanti, dovremo giocare tanto sulle fasce“. La frase si perde in una conferenza stampa che vede José impegnato perlopiù a schivare le domande che gli arrivano sul post-San Siro ma apre ad una possibile novità tattica.
Anche perché “giocare sulle fasce” implica continuare con il 4-2-3-1, virare sul 4-3-1-2 (con i terzini pronti a spingere) o sul 4-3-3 (con gli esterni più stretti diventa 4-3-2-1), utilizzato sinora soltanto la prima mezz’ora nel match di Coppa Italia contro il Lecce. Contro gli emiliani, l’unica cosa certa è il ritorno alla difesa a quattro. Spazio quindi al tandem Smalling–Mancini.
Il dubbio della vigilia riguarda così la composizione della mediana e di conseguenza dell’attacco. Perché venerdì, giorno di prove tattiche, Mou ha inizialmente schierato Pellegrini vicino a Sergio Oliveira per poi cambiare, affiancando ai due Cristante e alzando Mkhitaryan. Prima nel tridente offensivo, in seguito come trequartista, alternandolo con Lorenzo. Il 4-3-3 o il 4-3-1-2 sono quindi opzioni da tenere in grande considerazione.
Nel frattempo il recupero di Abraham fa tirare un sospiro di sollievo. L’inglese proverà a tornare al gol. Per una domenica, non avrà al suo fianco Zaniolo, per il quale non ci sono all’orizzonte schiarite sul rinnovo.