La Repubblica (M. Juric) – Una crisi senza fine. Tra le tante individualità finite sotto processo dopo l’inopinata sconfitta della Roma contro il Sassuolo, c’è Tammy Abraham. L’attaccante inglese è in crisi di gol da inizio stagione e non sembra vedere la luce in fondo a questo tunnel. Fatto di tanta volontà, instancabile romanismo e assoluto coinvolgimento. Ma senza gol.
Che per chi fa di mestiere l’attaccante, può essere un problema. “C’è solo un Abraham che mi interessa, cioè il calciatore che gioca per la squadra” . Prima della sfida alla Real Sociedad – dove erano presenti osservatori di Manchester United e Dortmund – Mourinho aveva spezzato l’ennesima lancia in favore del britannico, prontamente ripagata con l’assist per El Shaarawy.
Continuità? Sconosciuta. Con il Sassuolo, nuovamente il baratro. Abraham sbaglia tutto ciò che c’è da sbagliare. Nessun tiro in porta, zero dribbling, 8 duelli aerei persi su 14 e un misero 63% di passaggi riusciti. Numeri disarmanti per un ragazzo che si è fatto amare fin dal suo arrivo soprattutto per una cosa: i gol.
I tifosi si aspettano altro, non basta più l’entusiasmo a tinte giallorosse espresso in campo. Se la Roma segna poco è anche per colpa sua. 35 gol in campionato fanno dell’attacco giallorosso il più sterile tra le prime sette in classifica. Tra sbalzi d’umore estivi, delusioni pre- Mondiale e infortuni, il tempo dell’attesa è finito. A San Sebastian e al derby Abraham deve dare una risposta. Magari fortissima come la diede esattamente un anno fa (20 aprile) contro la Lazio: doppietta e vittoria.