La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Un ritiro ondivago, un po’ come la sua stagione, in cui finora ha alternato cose buone (anche se poi non tantissime) ad altre meno. Tammy Abraham se ne va però dal Portogallo in crescita, con la partita contro l’Rkc Waalwijk che l’ha visto tornare al gol (l’ultimo era arrivato il 9 novembre in casa del Sassuolo) e regalare anche l’assist del 3-0. Insomma, una partita che gli ha rimesso il sorriso addosso.
Abraham, il ritiro portoghese è finito con una vittoria e un suo gol. Bilancio finale di questa avventura in Algarve?
In Portogallo è andato tutto bene, per me e per la squadra. Abbiamo lavorato e trovato più fiducia. Certo, vincere è sempre bello, se poi si segna anche ancora di più. Poi per me è sempre un piacere fare gol per la Roma, un club che resta sempre molto importante nella mia vita. Quella con l’Rkc è stata una vittoria che ci dà fiducia verso la ripresa della stagione. Adesso ci tuffiamo nel campionato, non vediamo l’ora di iniziare.
Già, ma servirebbe l’Abraham dello scorso anno, non quello di questa prima parte di stagione. Cosa le è successo?
Sono cose che capitano nel calcio. Questa volta è accaduto a me di attraversare degli alti e dei bassi nel corso della stagione, ma prima era successa ad altri calciatori e capiterà ancora. Lo scorso anno è stata una grande stagione, dove tutto mi è andato bene, per il verso giusto. In questa è vero, sono partito un po’ lentamente, ma ho voglia di rifarmi, sia io e sia la squadra. E poi sono anche convinto che questi momenti alla lunga ti rendano più forte.
La delusione per non essere al Mondiale è stata grande?
Non direi grande. Sicuramente è stata una delusione, non ne sono stato contento, è chiaro. Però anche queste sono cose che ti rendono più forte, che ti lasciano quella voglia di fare sempre di più, di migliorare. Del resto, anche in passato la mia carriera è stata sempre caratterizzata da questi momenti. E poi sono ancora giovane, ho ancora tanti anni davanti, sono sicuro che avrò il tempo e il modo di partecipare a un altro Mondiale. Ora sono concentrato solo sulla Roma, voglio aiutarla a fare sempre meglio nel presente e nel futuro.
Preferisce giocare da riferimento unico dell’attacco o con una punta al suo fianco?
Sono abituato a giocare in diverse posizioni e con moduli differenti. Ovunque il mister decide di schierarmi io gioco, provando a dare sempre il meglio di me, sia che giochi da solo o con una punta vicino. Io sono contento di giocare a calcio, sempre.
Lo scorso anno segnò 27 reti, quest’anno è appena a 4. Qual è la soglia che la renderebbe felice?
Io sono abituato a cercare di fare sempre meglio di ciò che ho fatto prima. Non mi accontento mai, voglio sempre migliorare. Se quest’anno riuscissi ad avvicinarmi a quella cifra ne sarei contento.Cerco sempre di alzare il più possibile l’asticella.Quindi diciamo che per ora vorrei ripetermi, l’obiettivo è difinire come lo scorso anno, ma se possibile anche meglio.
Mourinho è un mister che le dedica rimproveri e carezze.
L’ho già detto in passato, per me con lui è come avere uno zio qui a Roma, io il mister l’ho sempre visto così. È un punto di riferimento. Lui vuole sicuramente il meglio per me, mi sprona in ogni modo. Quando non mi esprimo al meglio me lo dice e anche quando gioco bene è uno che non si accontenta. E questo è proprio quello di cui ho bisogno, un allenatore che mi guidi sempre. Non mi serve uno che mi dia pacche sulla spalla, ma uno che mi dimostri fiducia. Come lui.
Sorpreso dalle tanti voci che lo vogliono sulla panchina del Portogallo?
No, è un grande allenatore, è normale che tutti lo vogliano. Per me poi è anche un onore che una nazionale importante come quella portoghese lo cerchi. Ma sono sicuro che il mister è concentrato solo sulla Roma. In questo ritiro ha cercato di migliorarci, sempre. Delle tanti voci abbiamo letto, ma dentro la squadra non se ne parla. Siamo concentrati sulla ripresa della stagione..
Per chiudere, la Roma riuscirà ad andare in Champions?
Faremo del nostro meglio e vedremo cosa succederà. Ma penso di sì.