Giovedi ci sarà la semifinale di andata di Europa League tra Roma e Bayer Leverkusen. Abraham ha rilasciato alcune dichiarazioni alla Uefa in cui parla di Mourinho, del suo percorso di crescita a Roma e il sogno di conquistare nuovi trofei. Queste le sue parole:
Sulla sfida con il Leverkusen.
“Sono una squadra enorme. Li ho incontrati prima e so cosa aspettarmi. Stanno giocando un ottimo calcio e hanno un allenatore e giocatori fantastici. Sappiamo che sarà una sfida difficile e un posto difficile dove andare, quindi dovremo portare il nostro gioco e concentrarci su noi stessi”.
Sull’obiettivo di vincere due volte le competizioni UEFA
“Sarebbe un sogno. Quando sono arrivato ho detto che volevo sollevare un trofeo prima di andarmene, e non me lo sarei mai aspettato così presto. Vedere la gioia di tutti in città è stato incredibile e i tifosi se lo meritavano dopo tutto quello che hanno passato.
Ci sono alcuni giocatori in squadra che hanno vissuto la Champions League e con cui abbiamo vinto la Conference League, quindi è bello affrontare diverse competizioni. L’Europa League è una competizione enorme. La seguo da quando ero bambino e sarebbe bello arrivare fino in fondo e sperare di vincere il trofeo”.
Sull’influenza di Mourinho
“Lui si aspetta che io lavori duramente, che sollevi i miei compagni di squadra e i tifosi, e questo è il momento in cui gioco il mio calcio migliore. È il tipo di persona a cui piace concentrarsi sulla partita successiva, e se si pensa troppo avanti si perdono informazioni chiave e dettagli. È stata una buona stagione e speriamo di riuscire a vincere il trofeo alla fine”.
Sulla sua crescita alla Roma
“Sono diventato più sicuro di me e ho imparato molto su me stesso. Al Chelsea ero conosciuto come “il giocatore dell’accademia”, e penso che venendo qui ho capito che è arrivato il momento di tirare fuori la mia personalità e mostrare al mondo quello che so fare. È stata un’esperienza fantastica, che mi ha permesso di conoscere una cultura diversa e di vedere un’area di vita diversa. È un’esperienza che apprezzerò ancora di più guardando indietro, quando la mia carriera sarà finita”.
Sul perfezionamento dell’italiano
“Crescendo parlavo solo inglese. Venire qui e vedere Tomori parlare la lingua mi ha motivato. L’estate scorsa non volevamo che i nostri compagni capissero quello che dicevamo, quindi abbiamo parlato un po’ di italiano e credo che questo mi abbia spinto a imparare ancora di più”.