Corriere della Sera (G. Piacentini) – Un gol, un assist, un palo e un rigore procurato e poi tolto dal Var. Tra le poche cose positive della Roma a Venezia, c’è stata senza dubbio la prestazione di Tammy Abraham. Il centravanti inglese ha rotto un digiuno che in assoluto durava dallo scorso 30 settembre (gol in Conference League contro lo Zorya), mentre in campionato dal match della settimana precedente contro l’Udinese all’Olimpico.
In totale, finora, sono 5 le reti segnate dall’ex attaccante del Chelsea, un po’ poche per le speranze di gran parte della tifoseria, che si aspettava un bomber che potesse far dimenticare Edin Dzeko e un impatto più forte in termini di reti da parte di un calciatore pagato 40 milioni di euro (più bonus).
C’è da dire che Abraham non è stato decisamente fortunato perché, compreso il palo di Venezia, sono 7 – contro Fiorentina, Sassuolo, Empoli, Trabzonspor(al ritorno), Cska Sofia e Zorya – i legni colpiti da inizio stagione tra campionato e coppa. Se fosse stato un po’ più preciso, insomma, il bottino personale sarebbe stato più ricco e anche la squadra avrebbe avuto qualche punto in più.
Il suo adattamento nel calcio italiano e il suo feeling con la città di Roma proseguono: Abraham ha da poco preso casa all’Eur, nello stesso stabile in cui ci sono gli uffici dell’agenzia di Francesco Totti, e sta diventando un idolo dei tifosi che non hanno mai perso la fiducia in lui.
Di sicuro in questo periodo non gli è mancata quella di José Mourinho, che lo ha fatto giocare sempre quando lo ha avuto a disposizione: sono 17 le sue presenze tra campionato e coppe, per un totale di 1235 minuti. Anche quando è tornato con un problema alla caviglia rimediato con l’Inghilterra nel match contro l’Ungheria, lo Special One lo ha mandato in campo contro la Juventus, praticamente senza un vero allenamento con la squadra.
Il suo rendimento è stato un po’ condizionato da quel problema alla caviglia e lo stesso Abraham alla vigilia della gara con il Bodo Glimt si è augurato di “poter tornare presto al cento per cento“. A Venezia per la prima volta in stagione si è vista una novità tattica, perché la Roma ha giocato con un trequartista (Pellegrini) alle spalle di due attaccanti di ruolo, Abraham e Shomurodov, che sono andati entrambi a segno. Una scelta dettata dalla necessità, vista l’assenza di esterni difensivi di ruolo, ma una soluzione che Mourinho aveva annunciato fin dalle prime partite e che potrebbe ripetersi in futuro.