A scuola da Spalletti. La Roma rinasce così: più tattica e più Dzeko

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La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – Da una parte Daniele Baldini e Andreazzoli, dall’altra Spalletti e Domenichini. In mezzo la Roma, la nuova Roma. Quella di Spalletti o Lucianone, che dir si voglia. Ma soprattutto quella che da una settimana lavora come se fosse un alunno costretto da un po’ alle ripetizioni pomeridiane. A scuola da Spalletti, insomma. Per capire meglio il calcio che vuole il tecnico di Certaldo e per cancellare i tanti dubbi che la squadra giallorossa ha evidenziato negli ultimi due mesi e mezzo. Spalletti, in tal senso, sta lavorando su tre binari diversi: la fase offensiva, quella difensiva e l’aspetto psicologico. Vediamo come.

LA FASE DIFENSIVA – A Trigoria si lavora molto sui singoli reparti, insomma. E quello difensivo è nelle mani di Daniele Baldini ed Aurelio Andreazzoli. Sono loro che si prendono cura dei difensori giallorossi. Lavorano molto sulle posture, sui posizionamenti e sui movimenti della linea difensiva. Quello che ha notato Spalletti è come molti dei difensori della Roma fossero abituati a difendere frontalmente. Il tecnico giallorosso vuole invece una posizione perpendicolare rispetto all’avversario, in modo di lasciare eventualmente un lato (possibilmente quello debole) e poter recuperare in caso di ritardo dell’intervento. Un dettaglio di tecnica individuale a cui poi Baldini ed Andreazzoli hanno aggiunto principi di tecnica collettiva. E cioè l’armonia e l’efficacia di come deve muoversi la linea difensiva: diagonali, coperture, scaglionamenti a secondo della posizione della palla.

LA FASE OFFENSIVA – Dall’altra parte del campo, invece, ci lavora soprattutto lui, Luciano Spalletti, con il suo vice, Marco Domenichini. Difesa schierata e giropalla continuo, per cercare di spostare la retroguardia avversaria e trovare lo spazio per servire nel miglior modo possibile la punta. Nello specifico Edin Dzeko, l’uomo che Spalletti punta a sbloccare il prima possibile perché sa che può essergli utile eccome. Giropalla con le sovrapposizioni degli esterni in fascia, triangoli stretti con la ricerca della verticalità e i tagli di Dzeko sul primo ma soprattutto sul secondo palo (a seconda di dove viene giocato il pallone). Esercitazioni continue, ripetute più volte, unico modo per cercare l’addestramento da riproporre poi nelle varie situazioni che si determinano in partita.

L’ASPETTO MENTALE – E poi c’è la testa, altro aspetto che Spalletti considera assolutamente decisivo per rimettere in sesto la barca. Per questo il nuovo tecnico della Roma parla anche molto con i giocatori, soprattutto con quelli che sa che hanno bisogno magari di un incoraggiamento, di un segnale. Colloqui individuali, piccoli messaggi davanti a tutto il gruppo, stimoli continui e costanti, per non abbassare mai la tensione. Un manuale di lezioni, a cui poi Spalletti ha aggiunto anche qualche altro cambiamento. Come l’inizio della settimana (è tornato a dare il giorno libero subito dopo la gara, Garcia lo utilizzava per lo scarico per poi riposare due giorni dopo) o il ritiro pre-gara: niente più hotel vicino all’Olimpico, si resta a Trigoria. Lì Spalletti ha tutto quello che gli serve in extremis (campi, video, strutture) e non è convinto come lo era Garcia che nel tragitto Trigoria-Olimpico i giocatori si distraggano. Anzi.

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