La questione relativa allo stadio della Roma continua ad essere al centro delle attenzioni dell’amministrazione capitolina. Dopo anni in cui la Roma ha cercato di costruire il suo futuro nell’area di Tor Di Valle, la società con il nuovo corso dei Friedkin ha deciso di cambiare obiettivo e per questo sta spingendo per la revoca della delibera di pubblica utilità del progetto. Una revoca considerata evidentemente necessaria per l’avvio di un nuovo progetto in un’area diversa. C’è però un problema: la Eurnova Spa, che è diventata proprietaria dei terreni a Tor Di Valle proprio in virtù del progetto stadio e della pubblica utilità dell’area, considera la revoca stessa come una lesione di un proprio interesse legittimo. La revoca della delibera è fortemente voluta dalla sindaca Raggi, come affermato dalla prima cittadina in giornata a Centro Suono Sport: “Voglio che lo stadio della Roma si faccia. Io con la giunta ho approvato questa revoca, ma c’è un problema: la Eurnova ha fatto una serie di pressioni, una serie di lettere, dicendo che in caso di revoca i consiglieri dovrebbero pagare di tasca loro i danni per la mancata realizzazione.
La sindaca ha quindi pubblicamente affermato che Eurnova starebbe facendo pressioni per convincere i consiglieri comunali a non revocare la delibera. Una versione che Eurnova Spa ha categoricamente rimandato al mittente con una lettera indirizzata a tutta l’amministrazione capitolina: “L’affermazione della sindaca disvela nella prima cittadina una concezione totalitaria ed autoritaria del pubblico potere, col pretendere, o nel voler far intendere, in spregio della nostra Costituzione, che per taluni atti dell’amministrazione non operino le garanzie costituzionali di tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi; di modo che, pur solo prefigurarne l’esercizio darebbe luogo a ‘intimidazioni inaccettabili’. Né, d’altronde, può essere considerata come ‘intimidazione’ l’aver ricordato ai membri dell’Assemblea capitolina che la giurisprudenza contabile ascrive a loro, oltre che ai dirigenti e funzionari dell’amministrazione, la responsabilità amministrativa e patrimoniale dei danni che abbiano cagionato all’ente in conseguenza delle loro decisioni e dei loro comportamenti”. Il nodo della questione è semplice: la sindaca ha tutto l’interesse di ottenere la revoca della delibera, considerando anche l’imminente campagna elettorale, ma si deve tener conto anche dei diritti ormai maturati di Eurnova Spa, che ha speso tempo e risorse in un progetto e che ora rischia di rimanere totalmente con le mani in mano, visto e considerando che sarebbe anche proibitivo rifarsi in sede giurisdizionale. E considera assolutamente fantasiose le fantomatiche “pressioni” di cui ha parlato la sindaca.
Ad andare contro la versione della sindaca c’è anche Marcello De Vito, presidente dell’assemblea capitolina, che dichiara: “Ho letto con totale sconcerto quanto affermato dalla sindaca Raggi in data odierna allorché ha affermato che sui tempi “bisogna chiedere al Presidente dell’aula. Al riguardo preciso che la proposta è all’ordine dei lavori dalla seduta del 28.6.2021. Da allora l’Assemblea nelle varie sedute tenutesi non riesce a provvedere, non solo su questa proposta, ma anche su tutte quelle che la precedono nell’ordine lavori per un semplice motivo: non ci sono i numeri e quindi la votazione di qualsiasi atto e spesso la stessa apertura dei lavori si traducono in un autentico stillicidio, come accade ormai da tempo.”
La posizione della Roma in questa vicenda è chiara, con il Ceo Guido Fienga che intervistato dal Corriere dello Sport ha dichiarato: “Siamo in attesa della revoca. Non è tanto l’ultimo passaggio del vecchio iter, ma il primo del nuovo. Non abbiamo affatto abbandonato l’idea di costruire uno stadio, ma il timing a questo punto è dirimente. Senza questa condizione, dovremmo cambiare strada. Non c’è un minuto da perdere”.