Lo psicologo Rudi Garcia allena la mente e anche il corpo. Dopo la bella prestazione di Manchester, squadra a riposo oggi e solo un blando allenamento inglese ieri. Domani si torna al lavoro (a Trigoria anche Cda, presente il presidente Pallotta), c’è la Juve domenica, non si scherza: il gruppo deve recuperare energie fisiche e soprattutto mentali. La partita con i bianconeri, questo lo stesso Rudi lo ha chiarito in tempi non sospetti, arriva cinque giorni dopo (un’enormità, visti i precedenti) la sfida di Champions, quindi c’è tempo per recuperare. Alla squadra è stato risparmiato lo stress del viaggio in nottata, ma ieri ha “recuperato” con lavoro in Inghilterra e ritorno a Roma in serata. Se il turn over non sarà possibile perché le assenze sono tante e perduranti (Iturbe a parte), il tecnico prova a ricaricare con ogni mezzo quelli che ha. La Roma viene da una striscia di sei partite, che ha tolto fiato a molti, anche se siamo a inizio stagione: Empoli, Cska, Cagliari, Parma, Verona e Manchester City, sei partite in quindici giorni (Roma-fiorentina è precedente alla prima sosta). L’apnea finisce domenica sera, dopo la sfida dello Stadium, poi la seconda sosta restituirà qualche calciatore in più e Garcia potrà far rifiatare qualcuno, vedi Nainggolan che ha saltato solo sette minuti della partita con il Verona, o Keità che, Empoli a parte, le ha giocate tutte.
UNICO DUBBIO FISICO – De Sanctis sì, De Sanctis no. Premesso che la squadra, i difensori in particolar modo, hanno una fiducia smisurata in Skorupski, Garcia proverà a recuperare il portiere titolare. Al momento sono buone le possibilità di rivederlo in campo allo Stadium, anche perché l’assenza a Manchester era propedeutica a una sua presenza a Torino. Ma non si sa mai. Per il resto, tutte le altre scelte (molte obbligate) saranno di natura tecnico-tattica. Cole, dopo la prestazione di Manchester, si aspetta una conferma, ma lì il turn over è possibile: Holebas o Torosidis possono giocare al suo posto. Manolas sarà confermato e idem Yanga-Mbiwa, i loro sostituiti sono bloccati da infortuni: Astori si rivedrà dopo la pausa per le nazionali e Castan ne avrà ancora per un bel po’. A destra non si può prescindere da Maicon, che non è tornato proprio in grandi condizioni dalla trasferta inglese (ha preso un forte colpo alla testa) ma ha tutto il tempo per recuperare.
IN MEZZO A FATICA – L’assenza di De Rossi e quella di Strootman impongono a Garcia di non poter rinunciare a Nainggolan, Keita e Pjanic, tutti e tre reduci da questa striscia di partite giocate sempre a mille all’ora (solo il bosniaco ha riposato leggermente un più degli altri). C’è Paredes, calciatore raffinato ma forse non ancora spendibile per una partita così importante come quella di domenica, non tanto per mancanza di esperienza a certi livelli ma solo perché fin ora è stato impiegato solo negli ultimi minuti della partita contro il Verona. Paredes, in teoria, è l’alter ego di Pjanic ed è difficile pensare contro la Juve a una Roma senza Mire.
L’ATTACCO ABBONDA – L’opulenza è tra le punte. Sono tutte a disposizione, qui le scelte terranno poco conto del minutaggio pregresso e del turn over. Giocherà chi, secondo Garcia, darà più garanzie per la gara con la Juve. Con una variante in più rispetto alle precedenti sfide di campionato: Iturbe. L’argentino potrebbe insidiare il posto all’equilibratore Florenzi e far coppia con Gervinho come uomini di fascia, come col Cska all’esordio di Champions. Totti non dovrebbe essere in discussione, anche se Garcia lo ha mandato in campo sia contro il Parma, sia con il Verona e sia con il City, se pur tutte e tre le volte ha lasciato il campo prima del novantesimo. In teoria è a rischio turn over, visto che dietro a lui scalpitano Destro e Ljajic (in più c’è anche Borriello, che però è infortunato). Adem spera, lo scorso anno a Torino è partito titolare. Garcia ha dimostrato di prenderlo in considerazione, il ct della Nazionale serba non ne vuole sapere e non lo ha convocato. «E‘ un buon giocatore ma io sto cercando giocatori con la giusta mentalità. Per quello che ho visto, quasi tutti sono felici di essere convocati e non ho bisogno di giocatori che invece non hanno buone sensazioni con la nazionale».
Il Messaggero – A. Angeloni