Sembra un anno magico. Sembra una di quelle stagioni che sfugge alla normalità della storia romanista. Sembra un anno propizio per portare a compimento una mission impossible. Il nome della missione ha il nome di Champions League. Già, il trofeo più importante a livello calcistico. La Roma di Spalletti è ai quarti di finale della competizione contro il Manchester United di Ferguson, Cristiano Ronaldo e Rooney. È arrivata a questo punto facendo una vera e propria impresa negli ottavi di finale battendo il Lione più forte di sempre: Coupet in porta, Reveillere a destra, Squillaci e Cris difensori centrali, Abidal terzino sinistro, Juninho Pernambucano, Tiago, Diarra a centrocampo, Govou, Fred e Malouda in attacco. Uno squadrone, che può permettersi un ventenne Benzema in panchina. I giallorossi espugnano 2-0 (Totti, Mancini) la Gerland, lo stadio che da anni non veniva violato dagli avversari. Una notte magica, quella in Francia. Una roba da leggenda, raccontata con toni trionfalistici dai giornali il giorno dopo. “Il Romanista” titola “Belle Epoque”. Tutto fantastico. Tutti ai quarti di finale.
Ecco, il 4 aprile 2007 arriva l’andata all’Olimpico contro gli inglesi del Manchester United. Sugli spalti ci sono settantamila spettatori. È una notte di Coppe e di Campioni come quelle degli anni Ottanta. Ci sono gli ingredienti per vivere un’altra serata magica. In campo la Roma fa subito capire di voler vincere. E lo fa mostrando un gioco bello, spettacolare, vivo, coinvolgente, anche meglio di Lione. Nel primo tempo i capitolini sfiorano più volte il vantaggio, ma è bravo Van der Saar a opporsi. Inoltre, i “red devils” restano in dieci per l’espulsione di Scholes. Nonostante questo, il gol non arriva. Sembra una maledizione. Sembra, perché al 44′ il fortino britannico viene a cadere: è Taddei a portare avanti la Roma con un sinistro in area sporcato dal difensore Brown.
La ripresa inizia sulla falsa riga del prima frazione: è la Roma a fare la partita. Ma al 15′ i giallorossi vengono beffati da una ripartenza degli uomini di Ferguson: Rooney si trova a tu per tu con Doni e fredda il portiere brasiliano con un tiro preciso. 1-1, tutto da rifare. I padroni di casa non si intimoriscono e si rifanno sotto. Subentra Vucinic (al posto di Wilhelmsson) ed è la chiave vincente. Il montenegrino al 21′ corregge in porta in coordinazione una forte conclusione di Mancini deviata corta da Van der Saar. È il 2-1, la Roma prova a incrementare il bottino in vista del ritorno, ma non ci riesce. Vince la partita, la vince bene, sfoderando probabilmente la prestazione più bella dell’era Spalletti. Un’altra notte magica, il ritorno può attendere.
AsRoma.it